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di Emidio Tribulato
Chi insegna ai genitori e ai familiari le tante nozioni fondamentali per una corretta educazione affettiva? Dove si trovano le scuole per genitori e chi sono i docenti?
Ogni tipo di educazione richiede infatti contenuti ed esperienze, maestri efficaci nel trasmettere e verificare le competenze e allievi disponibili ad accogliere gli insegnamenti, e poi luoghi e tempi nei quali è possibile effettuare l’attività formativa ed il tirocinio.
Se è vero che non c’è mai stata una scuola o un’università così come l’intendiamo noi, con una cattedra, un programma ministeriale e voti in pagella, per essere dei buoni genitori, fin dalle origini della specie umana per i piccoli e i giovani di entrambi i sessi non sono mancati per loro gli insegnanti, i contenuti da imparare, i tirocini da effettuare e le prove d’esame da superare, in quanto, questo tipo di formazione è stato sempre fondamentale per lo sviluppo della specie umana.
I maestri.
Per quanto riguarda i maestri, chi è un maestro efficace?
Un maestro è efficace quando è vicino all’allievo e lo segue con costanza ed abnegazione passo dopo passo, nel suo cammino. Un maestro efficace ama l’allievo e lo comprende. E’ saggio, sereno, disponibile, maturo e autorevole. Rispetta l’allievo e si fa rispettare. Sue qualità e capacità sono la tranquillità interiore, la bontà d’animo, l’autorevolezza, la capacità di ascolto e di comunicazione. Un maestro efficace deve, inoltre, credere fermamente nel suo lavoro formativo ed avere idee chiare sui contenuti e sulle metodologie da mettere in campo.
Queste qualità e conoscenze, come per tutti i maestri, in parte devono essere già nel suo bagaglio culturale, in parte saranno apprese nel rapporto diretto con gli allievi. E, come per tutti i buoni maestri, egli deve essere attento alla maturazione conseguita da questi, in modo tale da comunicare e far attuare agli allievi le esperienze necessarie con gradualità, nel modo giusto e al momento giusto, utilizzando tutto il tempo necessario allo scopo.
L’istituzione che ha avuto le maggiori responsabilità di questi studi è stata sempre la famiglia. I luoghi nei quali si sono svolti le lezioni ed i tirocini sono stati, per lo più la casa o gli ambienti vicini alla casa. I maestri efficaci sono stati sempre i familiari, ma, in parte anche gli amici. E dei familiari, per le donne, si sono impegnate soprattutto le madri e le altre donne della famiglia, così come per i maschi, maestri efficaci sono stati soprattutto i padri ma anche tutti gli altri uomini dell’entourage familiare: i nonni, gli zii, nonché gli insegnanti della scuola e gli adulti in genere. Ognuno di loro con costanza, abnegazione e sacrificio, sapendo dell’importanza del loro compito non trascurava di dare conoscenze ed esperienze affinché alla fine si formassero uomini e donne maturi, pronti non solo ad affrontare i problemi della società e del lavoro ma anche quelli della coppia e della famiglia. Uomini e donne capaci nell’amalgamare le differenze, valutare e risolvere correttamente i problemi, le divergenze ed i dissidi, per poi essere a loro volta validi professionisti dell’educazione, cura e formazione di altri esseri umani.
Gli allievi apprendevano mediante una serie di strumenti. Innanzi tutto, il più valido strumento non è stato il libro ma l’esempio concreto della vita e degli atteggiamenti e comportamenti dei genitori e degli adulti in genere. Gli allievi imparavano, inoltre, mediante le parole che accompagnavano azioni e presenza. Si istruivano guardando e partecipando all’educazione e cura dei fratellini e nipotini più piccoli. Apprendevano con i coetanei mediante i mille giochi di ruolo negli angoli delle case e dei cortili.
In questi giochi l’interpretare il papà e la mamma era il gioco più diffuso. Le future mamme giocando con le bambole e i bambolotti (ne sono state trovate nelle tombe delle bambine di migliaia di anni fa) imparavano a conoscere che cosa è un bambino piccolo, come lo si accudisce, lo si culla, lo si addormenta, lo si educa e cura, lo si stringe al cuore con amore, lo si punisce quando è stato monello.
Attraverso questi strumenti pedagogici veniva trasferita una cultura di base, simile in tutti i ceti sociali ed in tutte le famiglie, simile in tutte le epoche storiche ed in tutti i popoli. Accanto a questa cultura di base venivano comunicate informazioni più aderenti alle specifiche realtà sociali e familiari.
Oggi avvertiamo una grave carenza nel progetto educativo, nei luoghi e nei tempi da utilizzare, nei maestri da impegnare. Mamma e papà spesso sono fuori casa, occupati in mille altre faccende, mentre i bambini sono affidati nel migliore dei casi a dei nonni, nel peggiore dei casi alle baby-sitter, agli asili nido e ai baby-parking.
Anche quando i genitori sono a casa, giacché non è un buon maestro il genitore frettoloso, nervoso, scontroso e attento più al cellulare che alle esigenze familiari, attento più a far quadrare i conti che all’educazione affettiva dei loro figli, il trasferimento delle informazioni da una generazione all’altra si interrompe e si parcellizza in piccoli sporadici appelli senza riuscire a concretizzarsi in un armonico progetto globale.
Gli attuali allievi del mondo affettivo subiscono quindi le conseguenze della frattura della catena formativa. Educati male e poco sui temi affettivo relazionali dai loro genitori, poco e male possono educare i propri figli e nipoti.
Gli scopi e gli obiettivi.
Vi è poi un problema di fondo ancora più grave e riguarda gli scopi e gli obiettivi del processo educativo. Se abbiamo chiara in mente la finalità dell’attività educativa, cercheremo in tutti i modi di raggiungere l’obiettivo prefissato ma se questa finalità non è chiara, anzi è notevolmente confusa o contraddittoria, sarà impossibile impegnarsi in maniera efficace, corretta e coerente, con il rischio di lasciare tutto al caso o all’istinto.
I modelli e gli esempi.
Per quanto riguarda gli esempi da imitare, i comportamenti dei genitori, degli amici, dei parenti o quelli visti alla Tv sono esempi e modelli che il bambino incamera e può ripercorrere. Se i modelli sono inadeguati, incongrui e contraddittori, non solo non avranno alcuna utilità ma, il che è peggio, tenderanno a presentare e trasmettere messaggi negativi, confusi e fuorvianti che dal bambino come dal giovane, saranno ritenuti validi e corretti, con le conseguenze che è facile immaginare. Come non sono sicuramente apportatori di validi esempi il papà o la mamma assenti o scarsamente e distrattamente presenti in casa, frequentemente con atteggiamenti conflittuali, spesso all’inseguimento di un nuovo e più gratificante rapporto sentimentale e sessuale; non sono assolutamente esempi validi quelli dai quali i bambini, i giovani e gli adulti si nutrono tutti i giorni, mediante la TV o i video giochi.
Le esperienze ed i tirocini.
Mancano poi le esperienze personali ed i tirocini. I bambini ricordano più quello che fanno le baby-sitter o le maestre dell’asilo nido, che non quello che hanno fatto le loro madri nei loro confronti. Manca il tirocinio di accudimento ad altri minori in quanto, molti bambini vivranno tutta la loro esistenza da figli unici. Manca soprattutto il tempo dedicato a queste attività fondamentali per il futuro della specie umana.
Come per tante altre necessità che le famiglie di oggi non riescono più a soddisfare, anche per questo tipo di educazione ci si rivolge alla scuola pubblica, senza valutare che l’apporto che può dare l’istituzione scolastica è molto limitato.
I contenuti.
Per quanto riguarda i contenuti, la difformità presente nelle riviste, nei giornali, nei libri e ancora peggio nella televisione, non permette una visione chiara e univoca dei problemi, ma accentua il relativismo riguardo a molti atteggiamenti e problemi affettivo-relazionali.
Vengono proposte, ad esempio, mille idee sui vari linguaggi dell’affettività. Spesso oggi nei telefonini compare, insieme alle emoji alla fine di ogni messaggio, la sigla TVB che vuol dire: “Ti Voglio Bene.” Ma qual è il significato di questo “Ti Voglio Bene” che i ragazzi ogni giorno inviano ad amici e conoscenti in ogni momento? Siamo certi che ha il significato proprio di volere e cercare il bene dell’altro? Come dire “Io lavoro, mi impegno, mi adopero giorno dopo giorno a che tu stia bene”?
Se poi si esamina come vengono trattati dai mass media temi fondamentali per la vita relazionale e amorosa come il fidanzamento, l’amore, la fedeltà, il matrimonio e la famiglia, si noteranno:
- contenuti confusi, incongrui e diseducativi;
- una gran varietà e difformità delle idee. “Per permettere con il pluralismo delle idee di formarsi idee proprie”, viene detto. Per accentuare la confusione nell’animo e nella mente dei giovani e degli adulti, diciamo noi;
- un accentuato sentimentalismo. Se esiste qualcosa che somiglia ad un sentimento passionale che, il più delle volte viene confuso o spacciato per sentimento amoroso, tutto può essere fatto, tutto viene concesso, tutto è possibile, tutto è lecito;
- un uso della sessualità per fini puramente commerciali. Nei mass media il sesso, in tutte le forme anche le più bizzarre e patologiche, diventa stimolo per vendere, per far comprare, per far accettare quanto proposto.
Tutto ciò non può non provocare nella mente e nel cuore dei giovani conseguenze veramente tristi oltre che drammatiche, sia sul piano culturale che affettivo.