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di Sara Mohammad (Pensiero Scientifico Editore)
Spesso scritte in formato molto piccolo, ricche di numeri, sigle e annotazioni, talvolta nascoste da un adesivo o difficili da trovare, le etichette degli alimenti restano il principale alleato di chi va a fare la spesa. L’offerta commerciale nel campo dell’alimentazione non è mai stata così ampia come oggi e valutare i dati riportati sulle confezioni può essere utile, in molti casi, a orientare nella scelta di quale prodotto acquistare. Vediamo come interpretare le informazioni che accompagnano un alimento per prendere decisioni più consapevoli.
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Quali informazioni troviamo sulle etichette degli alimenti?
Per legge le etichette degli alimenti e delle bevande devono riportare denominazione e durabilità del prodotto, elenco degli ingredienti, condizioni di conservazione e utilizzo, Paese di origine e luogo di provenienza [1]. È inoltre obbligatorio indicare le informazioni relative al contenuto nutrizionale, specificando il valore energetico riferito a 100 g o 100 ml di prodotto e le quantità di grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale eventualmente presenti.
A queste informazioni si possono affiancare degli slogan, i cosiddetti claim nutrizionali e sulla salute (“a basso contenuto calorico”, “senza zuccheri”, “contiene acidi grassi omega-3”, “fonte di fibre”, “fonte di vitamine” ecc.), cioè promesse che il prodotto fa al consumatore attribuendo a un alimento specifiche proprietà nutrizionali e benefiche sulla base delle calorie e delle sostanze nutritive che contiene.
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È sufficiente leggere queste indicazioni per sapere cosa comprare?
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I claim nutrizionali sulle etichette degli alimenti possono essere utilizzati sia dal produttore come strumento per valorizzare i propri prodotti, sia dal consumatore come indicazione per fare scelte più consapevoli e in linea con le proprie necessità. Ma bisogna stare attenti a non farsi influenzare troppo.
Anche se esiste una rigida regolamentazione di queste diciture – il Regolamento (CE) 1924/2006 stabilisce chiaramente quali sono le affermazioni autorizzate e obbliga le aziende che vogliono adottare claim nuovi a richiedere prima l’autorizzazione – è importante leggere con accortezza anche le informazioni relative al contenuto nutrizionale, di solito riportate in una tabella a fianco o sul retro della confezione.
Slogan e scritte che valorizzano le caratteristiche positive di un alimento possono richiamare la nostra attenzione esclusivamente sulle sue qualità, senza spingerci a valutare l’alimento nel suo insieme. Diversi studi hanno dimostrato infatti che, quando leggiamo “light”, “zero calorie” e affermazioni simili sulle etichette degli alimenti, tendiamo a percepire il prodotto più salutare di quanto sia in realtà, siamo più favorevoli ad acquistarlo e, una volta a casa, è più facile che ne mangiamo di più [2,3,4].
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Dottore, può fare qualche esempio?
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La dicitura “senza glutine” è un’indicazione di vitale importanza per chi soffre di celiachia, ma se viene utilizzata anche su alimenti che naturalmente non contengono glutine, come ad esempio formaggi o tè freddi, rischia di convincere alcuni consumatori che alimenti simili lo contengano e rinforza l’aspettativa che quel particolare prodotto sia più sano.
È bene abituarsi anche a confrontare le etichette degli alimenti, sia di prodotti simili (per esempio uno yogurt magro alla frutta e uno yogurt intero bianco) sia dello stesso prodotto di marche diverse: in questo modo possiamo capire meglio se un prezzo più alto è dovuto al “marchio” oppure a una migliore qualità [5].
Dopo aver letto un claim è utile anche fare un raffronto con la lista degli ingredienti. Per esempio, se leggiamo la scritta “light”, andiamo a verificare effettivamente quanti zuccheri, quanti (e quali) grassi contiene quel prodotto o quali altre sostanze sono state aggiunte per compensare la perdita di questi nutrienti [5,6]. Di fronte allo slogan “senza zuccheri”, verifichiamo invece che non siano presenti sciroppo di fruttosio o amido di mais, zuccheri a tutti gli effetti [5].
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Come si legge la lista degli ingredienti sulle etichette degli alimenti?
Come ricorda anche il decalogo pubblicato sul sito del Ministero della Salute, quando si legge la lista degli ingredienti è importante fare attenzione all’ordine nel quale sono elencati: tranne gli ingredienti presenti in quantità inferiori al 2% del peso totale, tutti gli altri non sono indicati a caso ma in ordine decrescente: il primo è più abbondante del secondo, il secondo è più abbondante del terzo, e così via [7].
Questa informazione può tornare utile sia per valutare la qualità di un prodotto – una tavoletta di cioccolato dove lo zucchero compare prima del cacao non sarà un prodotto di alta qualità – sia per confrontare un prodotto con un altro e scegliere quello che contiene gli ingredienti più pregiati in quantità maggiori [5].
Leggere la lista degli ingredienti sull’etichetta, inoltre, è fondamentale se il prodotto che stiamo per acquistare è destinato a chi soffre di allergie o intolleranze alimentari. In questo caso bisogna sempre controllare la presenza di eventuali allergeni, cercando quei termini che, per legge, devono essere stampati in un carattere chiaramente distinto (per dimensione, stile o colore di sfondo) da quello degli altri ingredienti elencati [7].
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A quali altri elementi bisogna prestare attenzione sulle etichette degli alimenti?
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Attenzione anche a non farsi ingannare dalle immagini. L’immagine riportata sulla confezione dovrebbe avere l’unico scopo di illustrare l’aspetto dell’alimento, ma spesso le foto e i disegni presenti sull’etichetta vengono abbelliti per richiamare la nostra attenzione, fino a convincerci che stiamo acquistando un prodotto genuino, salutare e capace di regalarci emozioni uniche [5,7].
Altre indicazioni su cui sarebbe utile soffermarsi sono il peso netto o sgocciolato e la data di scadenza. La confezione è la prima cosa che ci colpisce quando vediamo un prodotto e spesso ha dimensioni più grandi del necessario: così il consumatore è convinto di pagare il prodotto a un prezzo conveniente, mentre in realtà ne sta acquistando una quantità minore [5].
Per quanto riguarda la data di scadenza, non andrebbe confusa con la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro…”: in questo caso il prodotto può essere consumato anche oltre la data riportata, con alcune modifiche nel sapore e nell’odore ma senza che questo comporti un rischio per la salute [7].
(Fonte:dottoremaeveroche.it)