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Oltre 90 milioni nel mondo, almeno 7 milioni solo nel nostro Paese: tante sarebbero, secondo le stime dell’OMS, le persone che lottano contro l’emicrania, tra le prime patologie per prevalenza in tutto il genere umano. L’attacco emicranico, o cefalalgico, è una tempesta: quando il dolore arriva, improvviso, profondo e pulsante, e si cronicizza per giorni e mesi senza dare tregua. Il mondo esterno scompare e tutto si ferma per il paziente, chiuso nella sua sofferenza e in un vissuto costantemente proiettato sul dolore nell’attesa angosciante di una nuova crisi.
Regna confusione sull’emicrania, percepita come disturbo o sintomo dagli stessi pazienti, quando è una patologia vera e propria: ignorata dall’opinione pubblica; sottovalutata, sottodiagnosticata e mal curata. La patologia emicranica è negletta dagli stessi media che ne scrivono di rado mentre internet lancia notizie negative, diffonde cure inesistenti, peggio, pericolose o inutili per la salute dei pazienti.
Chiarire i dubbi, spiegare esattamente cos’è l’emicrania, quali sono i meccanismi patogenetici che scatenano l’attacco cefalalgico e quali terapie sono disponibili oggi, ma anche approfondire il punto di vista dei pazienti, a chi si rivolgono, come vivono e come percepiscono la loro malattia, è lo scopo del Corso di Formazione Professionale per i giornalisti “Non è solo un mal di testa. Il caso emicrania, tra sottovalutazione e fake news”, promosso a Milano dal Master SGP ‘La Scienza nella Pratica Giornalistica’ della Sapienza Università di Roma con il contributo non condizionante di Lilly.
«L’emicrania rimane una malattia misconosciuta e sottotrattata a dispetto di una disabilità tanto grave e costi enormi. È una forma di cefalea idiopatica ricorrente, che si manifesta con attacchi della durata di 4-72 ore – afferma Pietro Cortelli, Professore Ordinario di Neurologia, IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna – caratteristiche cliniche di questa patologia sono la localizzazione unilaterale del capo, dolore pulsante, intensità media o forte, aggravamento con le attività quotidiane e associazione di nausea, vomito, fastidio al rumore e alla luce. In Italia la prevalenza è del 9% tra i maschi, quasi quadrupla nelle femmine. Il costo annuale dell’emicrania nel nostro Paese è di 20 miliardi di euro»