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Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha adottato un parere positivo e ha raccomandato la concessione dell’autorizzazione all’immissione in commercio di ivosidenib compresse – un inibitore dell’enzima mutato isocitrato deidrogenasi 1 (IDH1) per due indicazioni:
- in combinazione con azacitidina, per il trattamento di pazienti con Leucemia Mieloide Acuta (LMA) IDH1 mutata di nuova diagnosi e non candidabili alla chemioterapia di induzione standard
- in monoterapia, per il trattamento di pazienti adulti con colangiocarcinoma (CCA) IDH1 mutato, localmente avanzato o metastatico, precedentemente trattato.
Claude Bertrand, Executive Vice President R&D di Servier, ha dichiarato: “Il parere positivo del CHMP è un ulteriore passo avanti verso la disponibilità nell’Unione Europea di ivosidenib, il primo inibitore di IDH1 di cui è stata raccomandata l’approvazione in Europa per i pazienti affetti da LMA e CCA per i quali le opzioni terapeutiche sono molto limitate. Ivosidenib è il frutto della profonda trasformazione e dell’impegno di Servier in oncologia, che ha intrapreso un percorso promettente per i pazienti, concentrando la sua ricerca sui tumori difficili da trattare e sullo sviluppo di terapie mirate”.
Il parere positivo del CHMP si basa sui dati clinici degli studi AGILE (LMA) e ClarIDHy (CCA).
Hartmut Döhner, Direttore Medico del Dipartimento di Medicina Interna dell’Ospedale Universitario di Ulm, Germania, ha dichiarato: “Si tratta di un importante traguardo per il trattamento dei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta. Circa nell’8% dei casi di questo tipo tumore è presente la mutazione IDH1 e per questi pazienti questa efficace target therapy rappresenta un’importante opzione terapeutica, con solide prove di miglioramento della sopravvivenza globale e, cosa altrettanto importante, anche della qualità di vita”.
John Bridgewater, MD, Ph.D., Professore e consulente in Oncologia Medica, University College Hospital, Londra: “Questa è un’ottima notizia per i pazienti con colangiocarcinoma intraepatico avanzato, un tumore con prognosi molto sfavorevole e opzioni terapeutiche limitate. Per circa il 15% dei pazienti che presentano una mutazione IDH1, questa target therapy offrirà una valida opzione terapeutica, mirata ed efficace. Una nuova terapia personalizzata a disposizione dell’oncologia per migliorare il trattamento dei pazienti colpiti da questo tumore raro”.
La LMA è un tumore del sangue e del midollo osseo caratterizzato da una rapida progressione della malattia. È la leucemia acuta più comune negli adulti e colpisce 5/100.000 abitanti in Europa, ovvero più di 20.000 nuovi casi ogni anno[1]. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni per le persone con più di 60 anni è del 20%².
Il colangiocarcinoma, tumore dei dotti biliari, è un tumore raro e aggressivo, spesso legato ad anamnesi mediche quali cirrosi o infezioni epatiche. Il colangiocarcinoma colpisce 1-3/100.000 abitanti in Europa, vale a dire circa 10.000 nuovi casi ogni anno in Europa³. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni è del 9%, ma è nullo nelle fasi metastatiche⁴. Solo la chirurgia può curare i pazienti, ma il trattamento è possibile solo per un numero limitato di pazienti e il rischio di recidiva rimane elevato. La chemioterapia e l’immunoterapia sono le terapie standard per i pazienti con colangiocarcinoma che non possono essere sottoposti a intervento chirurgico o la cui malattia è progredita dopo l’intervento.
Negli Stati Uniti ivosidenib è approvato dall’FDA in combinazione con azacitidina o come monoterapia per il trattamento della LMA IDH1-mutata di nuova diagnosi in adulti di età pari o superiore a 75 anni o che presentano comorbidità che precludono l’uso di una chemioterapia di induzione intensiva e come monoterapia per il trattamento di adulti con LMA IDH1-mutata recidivata o refrattaria. Ivosidenib è approvato negli Stati Uniti anche per i pazienti con colangiocarcinoma IDH1-mutato, localmente avanzato o metastatico, precedentemente trattati. Ivosidenib è approvato in Cina per il trattamento di pazienti adulti con LMA recidivata o refrattaria che presentano una mutazione IDH1⁵.