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Circa un decimo della popolazione mondiale soffre la fame e quasi una persona su tre deve affrontare l’insicurezza alimentare. Eppure dietro quelle cifre nette si cela un’altra minaccia strettamente correlata: l’insicurezza idrica. In un recente studio (https://www.dropbox.com/s/eeemyszrnvmjeiy/Bethancourt%20abstract.docx?dl=0) condotto su 25 paesi è stata confermata questa correlazione.
I risultati, basati sui dati raccolti per la prima volta nel 2020 dalla Northwestern University e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) tramite il sondaggio mondiale Gallup, suggeriscono che il miglioramento dell’accesso all’acqua potrebbe essere la chiave per affrontare in modo sostenibile ed efficace il cibo insicurezza in molti luoghi.
Lo studio ha rilevato che le persone che hanno spesso problemi con l’accesso e l’uso dell’acqua avevano una probabilità quasi tre volte maggiore di affrontare l’insicurezza alimentare rispetto a quelle che non lo facevano. Inoltre, più di due terzi delle persone che avevano problemi di sicurezza idrica nel 2020 stavano sperimentando contemporaneamente insicurezza alimentare. Un accesso affidabile all’acqua è importante non solo per mantenere una corretta idratazione, ma anche per supportare la cucina, l’igiene e l’agricoltura.
I ricercatori hanno analizzato i dati di un campione rappresentativo a livello nazionale di oltre 31.000 persone di età pari o superiore a 15 anni in 25 paesi a basso e medio reddito in Africa, America Latina e Asia. Complessivamente, circa il 18% dei partecipanti è stato classificato come insicuro dall’acqua; questo variava da circa il 15% in Asia a oltre il 34% nell’Africa subsahariana. L’insicurezza idrica era fortemente legata all’insicurezza alimentare in generale, anche se i ricercatori hanno affermato che la relazione variava tra le regioni, probabilmente a causa delle differenze nel clima, nelle infrastrutture idriche, nei servizi sociali e in altri fattori.
Si ipotizza che per chi vive in povertà, spendere soldi per l’acqua può significare meno soldi disponibili per il cibo. Per gli agricoltori, l’insicurezza idrica può significare meno acqua disponibile per la coltivazione e l’allevamento del bestiame. Anche il tempo è un problema: viaggiare lontano da casa per raccogliere l’acqua toglie il tempo a disposizione per generare reddito o preparare il cibo. L’insicurezza idrica potrebbe anche influire sulla qualità nutrizionale, una sottocategoria dell’insicurezza alimentare, poiché la mancanza di acqua per cucinare cibi più sani come cereali e fagioli può portare a una maggiore dipendenza da alimenti trasformati pronti.
Sulla base di questi risultati si evince come l’insicurezza alimentare e l’insicurezza idrica dovrebbero essere misurate e affrontate in tandem al fine di garantire che l’insufficienza d’acqua non costituisca un ulteriore ostacolo alla sicurezza alimentare e in particolare all’utilizzo degli alimenti.