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di Angelo Petrungaro
Sembra di essere tornati in piena Unione Sovietica. Infatti fin dal primo giorno di guerra qua e là in Ucraina è sventolata la bandiera con falce e martello. Nostalgia ideologica ? No, guerra in atto. L’odierno Vladimir non dimentica il modus vivendi del passato, quel passato costellato di crimini segretati e quindi sempre taciuti, ma nella mente presenti e desiderosi di essere attuati. Ed ecco che si è presentata l’occasione, forse tanto attesa. Che fare? Senza indugio ecco il che fare, fare la guerra, su tutti i fronti. Se qualcuno credeva nella ” bontà ” della Russia odierna finalmente potrà ricredersi. Il passato non si dimentica. E che passato!
L’Ucraina è stata vittima delle cosiddette purghe staliniane, tanto è vero che di recente sono state rinvenute fosse comuni colme di resti di migliaia di vittime del Comunismo. Le grandi purghe non erano altro che una vasta campagna di arresti per repressione politica in cui incapparono trovando la morte milioni e milioni di persone vittime del cosiddetto Commissariato del popolo. Insomma lo Stato contro il suo stesso popolo.
Gli Ucraini sono per indole indipendentisti e quindi nazionalisti ,si ricordano i Kulaki ossia i contadini dell’Ucraina che il potere sovietico considerava propri nemici ideologici, si ebbe infatti la dekulakizzazione e la collettivizzazione forzata cui fece seguito la grande carestia .
Anche oggi si vuole reprimere la volontà indipendentista dell’Ucraina , questo dimostra che l’attuale Presidente del Paese che non si chiama più URSS ma Federazione Russa sta agendo come agiva il Presidente dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche .
Anche tra i cittadini della Russia oggi ci sono i dissidenti verso il Cremlino e corrono il rischio di essere internati come succedeva al tempo dei Gulag di cui parla, con dovizia di particolari per averli conosciuti di persona, lo scrittore russo Solzenicyn. Evidentemente nulla è cambiato.
In Ucraina in guerra si assiste alla “deportazione” di civili, anche i bambini, verso le zone orientali della Russia.
Ancora oggi, a quasi un mese dall’invasione , non si parla di pace anzi “ Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”.
Fare la guerra oggi è anacronistico. Che fine hanno fatto la Convenzione di Ginevra e quella dell’Aia per la protezione delle persone civili in tempo di guerra?
E’ proprio vero: fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare! Bombardare Ospedali pediatrici o qualsiasi altra struttura significa non rispettare il diritto alla vita che è il fondamento del genere umano. Il cosiddetto DIU (Diritto Internazionale Umanitario), di cui si tengono tanti Corsi di studio perfino nelle Forze Armate , dove è andato a finire? Credevamo che dopo lo scempio di esso durante la Seconda Guerra Mondiale non ce ne sarebbe stato un altro!
L’attuale Russia in Ucraina si sta comportando come quella di staliniana memoria, i metodi sono esattamente quelli attraverso i quali si distrugge ogni diritto. Lo sanno bene tutti i Paesi che sono stati vittime del Comunismo, a cominciare dalla Polonia — “la grande nemica” che attualmente si sta dando molto da fare per accogliere i profughi,— e anche i Paesi dell’Europa centrale e sudorientale. Chi non ricorda i carri armati sovietici a Praga nel 1968! O la Rivolta d’Ungheria nel 1956 quando, non ancora quindicenne, studente di Scuola Media Superiore, insieme a studenti delle altre Scuole di Messina, manifestavo pro Budapest!
Certo non si possono attribuire all’invasore le parole pronunciate da Giulio Cesare davanti al Senato dopo la vittoria su Farnace re del Ponto: “Veni, vidi, vici”. Avrebbe voluto! Ha fatto i conti senza l’oste, perché gli Ucraini si stanno difendendo strenuamente per la loro Patria. Da parecchio tempo non si sentiva la parola “Patria” e devo dire che sentirla mi ha emozionato perché affiorano i ricordi , non solo personali, ma anche familiari. Per i primi la difesa della caserma dagli attentati altoatesini durante il servizio militare prestato a Merano nel Rgt. “Savoia Cavalleria” (3°). Per i ricordi familiari i primi giorni di Settembre 1943 quando, a causa dei bombardamenti degli Alleati sulla Sicilia dalla Calabria e dalla Calabria sulla Sicilia , due famiglie, la mia con a capo la nonna, e quella di mia zia, rimasero bloccate a Villa San Giovanni senza aver nulla da mangiare; il pianto della nonna che aveva i bambini in braccio fra cui io, commosse un soldato tedesco che ci portò qualcosa per sfamarci.
Sul piano diplomatico tanti sono gli incontri tra il Presidente russo e i Presidenti di altre Nazioni per far cessare la guerra, ma finora nulla di fatto , anzi sembra che le cose si complichino, infatti minacce arrivano a Roma per le sanzioni decise, ossia potremmo trovarci “Hannibal ad portas”!
L’auspicio per una pacifica soluzione tra le parti: Russia-Ucraina nasce dal cuore, ma la ragione ci spinge ad essere prudenti, a far memoria, in quanto si è di fronte a “Lupus et agnus”. Per far memoria ricordo che Nikita Chruscev, primo segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica , il 24 Febbraio 1956, al XX Congresso del PCUS, per la prima volta riconobbe ufficialmente i crimini comunisti attribuendoli tutti a Stalin, egli che per anni era stato il padrone indiscusso dell’Ucraina e come tale aveva guidato grandi stragi e ne aveva coperto altrettante. Non solo, ma ricordo anche quanto ebbe a dire il Gen. Giovanni Messe, Comandante nel 1941 del Corpo di Spedizione italiano in Russia (C.S.I.R.), nel racconto che fece della guerra al fronte russo: ”I sovietici si sono dimostrati abbastanza abili nella propaganda: in quanto slavi essi sono degli attori nati, e, in quanto comunisti non solo vivono nella menzogna , ma per loro non n’è alcuna differenza fra verità e menzogna”.
Per quanto riguarda ciò che sta succedendo, secondo fonti giornalistiche, alla popolazione in Ucraina “deportata” in Russia mi vengono in mente le parole scritte nel documento che porta la data del loro rientro in Italia -7 Luglio 1946- dagli Ufficiali e indirizzato al popolo italiano: “Noi Ufficiali, Sottufficiali, Soldati scampati dalla spaventosa prigionia di Russia …. Testimoni consci di quello che vedemmo e soffrimmo… ripetiamo a ogni Italiano: il bolscevismo, spoglio della sua retorica demagogia, significa regime di polizia e di terrore, significa dittatura: esso è sinonimo di asservimento nazionale all’esterno e all’interno, di tirannia di un partito sulla nazione, sulla famiglia, sull’individuo.”
E’ tornato il bolscevismo nella Russia di oggi?
Ai posteri l’ardua risposta.
Intanto l’Ucraina che si difende: “Fluctuat nec mergitur”