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di MARIA FREGA (PENSIERO SCIENTIFICO EDITORE)
Sentirsi sotto stress, vivere un periodo o una situazione stressante sono esperienze che capitano a molti. Si ha, inoltre, la percezione che il lavoro, lo studio e le condizioni sociali attuali stiano diventando sempre di più fonte di preoccupazioni e tensioni. Lo stress non è una malattia, ma può influenzare negativamente il benessere psicofisico, soprattutto se perdura a lungo, giorno dopo giorno.
Esistono diversi tipi di stress, tra i quali persino uno positivo. In ogni caso, è bene conoscere semplici strategie per affrontare le difficoltà ed evitare conseguenze negative per la salute.
Dottore, cos’è lo stress?
Per la psicologia e la medicina lo stress è la risposta dell’organismo a fronte di difficoltà o situazioni complicate da gestire o pericolose. Dunque è una risposta normale, fisiologica. È percepita come critica perché comporta una forte pressione emotiva con, talvolta, conseguenze sulla salute. È utile, quindi, conoscere e distinguere le situazioni che, per facilità, classifichiamo come stress, per imparare a gestirle in modo ottimale [1].
Innanzitutto, può essere utile comprenderne le cause, che possono essere molteplici e che cambiano sia nel corso della vita sia nel modo in cui si affrontano. Ci sono eventi della vita che, inevitabilmente, capitano a tutti, difficili da affrontare e superare: un lutto, una separazione, una malattia. Ognuno di noi ha comunque sperimentato che anche alcuni eventi gioiosi possono portare con sé un carico di impegni che “disturbano” le emozioni positive: i preparativi per un matrimonio, la preparazione di un esame o di un colloquio di lavoro, la nascita di un figlio.
Quotidianamente, inoltre, siamo messi alla prova con fattori ambientali (il caldo o il freddo eccessivi), problemi lavorativi, responsabilità familiari, scadenze e pagamenti, l’attesa dell’esito di un esame medico, una competizione sportiva. E, non ultimi, i ricordi brutti o i traumi del passato che possono continuare a causare angoscia e paura [1].
Dottore, è vero che lo stress fa male alla salute?
Lo stress è un’esperienza che coinvolge tutto il corpo. In caso di sovraccarico di preoccupazioni e tensioni, influisce negativamente sulla salute delle cellule, dei tessuti e degli organi e sulle loro funzioni.
Questo accade perché l’organismo risponde agli stati mentali ansiosi e alla paura. Si tratta di reazioni che, nel sistema nervoso, per esempio, sono indipendenti dalla nostra volontà. Fuggire davanti a un pericolo, piangere quando arriva una brutta notizia sono esempi di risposte automatiche del nostro corpo. Analogamente, a fronte di un evento stressante, il sistema nervoso si attiva rilasciando alcuni ormoni, che in molti chiamano proprio “ormoni dello stress” [1,2].
Quali sono questi ormoni dello stress?
Sono l’adrenalina, la noradrenalina e il cortisolo. Quando i loro livelli si modificano, perdendo l’equilibrio, avvengono dei cambiamenti nell’organismo. Tutto parte dal cervello che, di fronte a una minaccia, si attiva per reagire, rilasciando appunto gli ormoni [2].
L’adrenalina e la noradrenalina possono causare l’aumento dei battiti del cuore (palpitazioni) e della pressione arteriosa, e alterano il respiro.
Il cortisolo può causare un aumento del rilascio di glucosio e lipidi nel sangue. Queste reazioni sono la risposta organica a situazioni pericolose che richiedono attenzione ed energia. Quando il problema è affrontato e risolto, i valori alterati si normalizzano in breve tempo. In questo caso si tratta di stress acuto, può durare da pochi minuti fino a poche ore. Se, invece, la tensione perdura nel tempo, lo stress rischia di diventare cronico [1].
Dottore, lo stress cronico è più pericoloso di quello acuto?
Sì. Se siamo costantemente, per lungo tempo, sotto pressione i livelli di produzione di questi ormoni aumentano ancora. Oltre ai sintomi citati, che sono fattori di rischio per la salute cardiocircolatoria, possono subentrare disturbi come insonnia, ansia, depressione.
Gli ormoni dello stress, inoltre, sono neurotossici, cioè danneggiano organi e tessuti, con la possibilità di attivare – nei casi più gravi – malattie infettive, autoimmuni, ulcere gastriche, infarti [1]. Spesso si è parlato dello stress anche come causa di alcuni tumori. Non è così, come abbiamo visto nella scheda “Lo stress provoca il cancro?”.
Dottore, mi diceva che esiste anche lo stress positivo?
Da qualche anno, in psicologia soprattutto, si distingue tra distress, con significato negativo, ed eustress, cioè stress buono. Il termine eustress, che è stato utilizzato per la prima volta dall’endocrinologo Hans Selye negli anni Settanta, porta a reagire con concentrazione, forza, carica [1].
Quindi lo stress positivo migliora il benessere psicofisico?
Secondo le ricerche di diversi gruppi di ricercatori statunitensi, potrebbe essere: nel breve periodo, lo stress può sfociare in risposte salutari, aiutandoci a migliorare le prestazioni mentali e fisiche [3].
All’Università di Berkeley, per esempio, si è studiato come lo stress di breve durata riesca a stimolare la memoria e l’attenzione. La ricerca è stata effettuata sui topi perché è molto complicato analizzare le reazioni cognitive ed emotive negli uomini, se non con ricerche molto sofisticate e di lunga durata.
Sembra tuttavia che nei topolini da laboratorio, sottoposti a stress moderato e di breve durata, si sia verificato il potenziamento di alcune funzioni cognitive come la capacità mnemonica, attraverso lo sviluppo di cellule staminali nell’ippocampo, la parte del cervello preposta proprio all’apprendimento e alla memoria [4].
Come sappiamo, però, anche perché si tratta di una ricerca fatta sui topi e non sugli esseri umani, per ora non possiamo rispondere con precisione a questa domanda.
Dottore, come si gestisce lo stress?
Non essendo una malattia, non esistono farmaci specifici per trattare stati di stress. Si può ricorrere alla psicoterapia ed eventualmente, dopo averne parlato col medico e con prescrizione, anche ai farmaci. Parlare con il medico di medicina generale è utile se temiamo che lo stress possa causare ansia o depressione oppure se sintomi come la pressione arteriosa alta, la tachicardia o la difficoltà a respirare perdurano. In questo modo, è possibile evitare tensioni a lungo termine o croniche.
In generale, controllare eventi che, come abbiamo visto, ci mettono sotto pressione proprio perché imprevisti o improvvisi è impossibile. Possiamo però mettere in atto alcune strategie per tentare di ridurre gli effetti nocivi. L’Istituto Superiore di Sanità fornisce alcuni consigli [1]:
- Fare esercizi di respirazione profonda;
- Praticare (o imparare a praticare) meditazione, yoga, thai chi o altri esercizi di rilassamento e concentrazione;
- Praticare attività fisica;
- Seguire un’alimentazione sana;
- Organizzare per priorità la giornata, lo studio o il lavoro, evitando il sovraccarico di compiti;
- Ritagliarsi del tempo per sé, dedicarsi ad attività piacevoli e appaganti;
- Coltivare le reti sociali e familiari anche per condividere le preoccupazioni.
(Fonte: dottoremaeveroche.it)