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È arrivato il momento di porre un freno alla devastazione ambientale che la nostra società sta facendo. Ormai abbiamo probabilmente superato il punto di non ritorno.
Ma a ben pensarci viene da chiedersi: siamo proprio sicuri che la transizione ecologica verso una società ad emissioni zero sia un cambiamento così facile da realizzare? Basterà soltanto modificare la politica dei paesi più industrializzati per potere porre un freno all’inquinamento per produrre energia?
Questo non sembrerebbe vero secondo quanto ha pubblicato Nature nel marzo 2017, poiché la transizione ecologica richiederà ingenti quantità di metalli e minerali. I paesi industrializzati, quindi avranno sempre più bisogno di queste materie prime per affrontare il cambiamento di passo, inoltre la loro estrazione e la loro lavorazione inciderà in maniera significativa incrementando il consumo energetico.
A causa di questo loop è prevedibile che una così scarsa disponibilità di metalli e minerali i cui giacimenti sono concentrati in pochi paesi per lo più sottosviluppati, sarà causa di nuove criticità e conflittualità geopolitiche, come registrato in passato per il controllo dei giacimenti di petrolio nello Scacchiere Mediorientale.
A tutto questo va aggiunto che per realizzare l’estrazione di minerali e il loro conseguente processo di raffinazione, con le attuali tecnologie, si richiedono sostanze tossiche e fortemente inquinanti che contribuirebbero a vanificare i vantaggi dell’obiettivo ecologico prepostosi.
Il nostro “modus vivendi” richiede una enorme disponibilità di energia senza la quale tutti gli agi e i comfort a cui ci siamo abituati nel tempo non sarebbero più realizzabili. Internet, gli spostamenti veloci, l’uso domestico dell’energia elettrica che ci consente la domotica, la l’illuminazione di casa e delle vie, la TV, il frigorifero, il congelatore, l’ascensore, etc. non potrebbero esistere senza una adeguata produzione di energia.
Andrebbe quindi riconsiderata la possibilità di un uso oculato del moderno nucleare con pochissimi chili di produzione di scorie e una attenzione particolare alla sicurezza a fronte della produzione di grandi quantità di energia a costi bassi.
Diversamente sarà impossibile mantenere i livelli di comfort e di benessere senza mettere in discussione l’attuale sistema socio-economico fondato sullo sfruttamento, sulle diseguaglianze e sullo spreco.
Per saperne di più leggi su thevision.com il pezzo di Alessandro Mancini rintracciabile al link https://thevision.com/habitat/metalli-energie-rinnovabili/