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Medici e opposizione pronti alle barricate sulla sanità

Medici e opposizione pronti alle barricate sulla sanità

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di Manuela Correra


Le risorse in manovra per la sanità non sono quelle auspicate e chieste dai sindacati medici, che si dicono pronti alle barricate per difendere il
Servizio sanitario nazionale definendo “scandalosa” la legge di bilancio approvata. Un giudizio
condiviso dalle opposizioni mentre, all’indomani dell’approvazione da parte del Cdm, sigle e
associazioni contestano il ‘balletto di cifre’ per il settore. La premier Giorgia Meloni, da Bruxelles,
precisa tuttavia che “non ci sono mai state così tante risorse sulla sanità ed il fondo sanitario arriverà
a 136,5 miliardi nel 2025 e a 140 miliardi nel 2026″. Ed aggiunge: “La sanità rimane una delle
nostre priorità. Queste sono le risorse che abbiamo. Non avessimo speso allegramente negli altri
anni, ne avremmo stabilite di più”. Ma la polemica diventa subito accesa. All’annuncio iniziale che
i 3,5 miliardi ottenuti dal contributo delle banche e delle assicurazioni sarebbero andati alla Salute,
è infatti seguita una doccia fredda: dalle tabelle inviate a Bruxelles si desume, infatti, che gli importi
della maggior spesa sul fronte sanitario ammonterebbero a poco meno di 900 milioni per il 2025 ed
a 3,250 miliardi per il 2026. Cifre smentite però a stretto giro dal Ministero dell’Economia e delle
Finanze, che in una nota afferma che alla sanità non sono destinati solo i circa 900 milioni ‘netti’ che
servono per assunzioni e stipendi e che, in realtà, valgono un impatto reale ‘lordo’ di circa 1.245
milioni. A questi poi si somma un miliardo già previsto in aumento con le norme in vigore: in
pratica nel 2025, rispetto all’anno precedente – precisa il Mef – andranno 2.366 milioni di euro in
più. Lo stesso titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa aveva commentato
che il “meno deluso” dovrebbe essere proprio il ministro Schillaci: “Non deve sommare
semplicemente la voce che mettiamo in questa legge di bilancio, ma anche quella che a legislazione
vigente era stata messa l’anno scorso e che dimostra come cresce in modo sensibile la spesa
sanitaria”. A rassicurare, a margine del question time del pomeriggio, è poi lo stesso ministro
della Salute: “Nella manovra ci saranno sicuramente risorse; la suddivisione tra questo anno e l’anno
prossimo è in corso”. Insomma, le maggiori risorse ci sarebbero ma il nodo, secondo i camici
bianchi, è fare chiarezza sui tempi della concreta disponibilità dei fondi aggiuntivi e sul loro
utilizzo. Il punto, spiega Pierino Di Silverio, segretario del sindacato dei medici ospedalieri Anaao,
è che anche “la cifra complessiva indicata, pari a 3,5 miliardi, non è sufficiente a colmare i gap
esistenti rispetto all’Europa. Per quanto riguarda il personale medico, se la defiscalizzazione sugli
stipendi verrà realizzata in più tranche, come si ipotizza, allora per noi sarebbe una presa in giro.
Siamo pronti a forti azioni di protesta”. Parla di un ministero della Salute ormai divenuto un
“ministero senza portafoglio” il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, paventando
il rischio di un ulteriore depotenziamento della sanità pubblica. Per Filippo Anelli, presidente della
Federazione degli Ordini dei medici, è positiva “l’attenzione del governo in un momento difficile
per il Paese, ma per dare un giudizio – dice – aspettiamo di vedere dove sono allocate le
risorse”. Cauto anche il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga:
“Valuteremo la manovra quando avremo il testo”. Sul fronte politico, se il vicepremier Matteo
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Salvini si dice “orgoglioso che le banche restituiscano ai cittadini sotto forma di sanità una parte dei
loro guadagni miliardari”, il leader di Azione Carlo Calenda rileva che “3,5 miliardi sulla sanità non
coprono neanche l’inflazione”. Per Pd e M5s, alla sanità vanno solo “briciole”. “Annunciano 3,7
miliardi in più – commenta la segretaria Pd Elly Schlein – ma la verità è che per il 2025 mettono
soltanto 900 milioni che si aggiungono al miliardo già stanziato. Ma non ci faremo prendere in giro
e continueremo la battaglia per la sanità pubblica, perché il diritto alla salute è scritto nella
Costituzione”. Il leader M5s, Giuseppe Conte, lancia infine un appello a Schillaci: “Guardate che
tutti i medici e gli infermieri sono sul piede di guerra e noi con loro. 2,5 milioni di cittadini
rinunciano alle cure per motivi economici. Ministro Schillaci, se non ti danno i finanziamenti, tu sei
un tecnico, devi battere i pugni, devi farti valere e, nel caso, metti sul tavolo le dimissioni”.

(Fonte: Ansa)