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Quattro gruppi di lavoro, dedicati ad altrettante aree di riforma del Codice di Deontologia medica: i diritti fondamentali, la comunicazione, le nuove tecnologie, la responsabilità, autonomia e rischio clinico. A individuarli, la Consulta deontologica nazionale, coordinata da Pierantonio Muzzetto, della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi degli Odontoiatri, La Fnomceo, insieme al Board interdisciplinare di deontologia.
I gruppi di lavoro si riuniranno più volte da febbraio a giugno, per raccogliere le proposte di riforma del Codice, da presentare poi in un Convegno a metà luglio. Obiettivo: indicare i contenuti essenziali, le problematiche, le necessità di riforma del Codice; e confrontare tali profili con l’edizione vigente, per integrarne, valorizzarne, modificarne i contenuti. Alla Consulta spetterà poi il compito di riscrittura, sempre confrontandosi con il board e con la società civile. Il nuovo testo potrebbe essere pronto per la fine del 2024.
“Il nuovo Codice sarà incentrato sui diritti fondamentali dei cittadini– spiega il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – che sono garantiti dalla definizione dei doveri del medico, e di quei suoi diritti che sono funzionali alla tutela di quelli degli assistiti. Ad esempio, il diritto del medico ad esercitare in sicurezza è funzionale alla sicurezza delle cure. Vogliamo innestare alcune novità sull’impianto, ancora valido, del Codice vigente, per meglio garantire tali diritti”.
“Dal convegno di novembre – conclude – sono emerse quattro direttrici sulle quali lavorare: i “nuovi” diritti, come l’autodeterminazione, il pluralismo culturale, la libertà della ricerca e della scienza; la comunicazione, intesa come rapporto medico paziente, con le altre professioni, e con l’esterno; le nuove tecnologie, tra le quali l’intelligenza artificiale, la robotica, la telemedicina; e la responsabilità, autonomia e rischio clinico, che riguarda, tra le altre cose, il conflitto di interesse e il rapporto tra il Codice e la Legge. Si tratta di tematiche che riguardano non solo i medici, ma l’intera società civile. Per questo abbiamo voluto affrontarle aprendoci al confronto con giuristi, ricercatori, rappresentanti dei cittadini, giornalisti”.
Ufficio Stampa Fnomceo