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L’iter di capitalizzazione economica in moneta delle ferie non godute per i dipendenti della pubblica amministrazione è una procedura che prevede l’esibizione di documenti specifici che siano in grado di motivare la richiesta di indennizzo sostitutivo (Ordinanza della Cassazione 20091_2018).
Come infatti si esprime la Suprema Corte “il mero fatto del mancato godimento delle ferie non dà diritto ad un corrispondente ristoro economico se l’interessato non prova che esso è stato cagionato da eccezionali e motivate esigenze di servizio o da cause di forza maggiore”.
Quindi è necessario essere in possesso di documentazione che dichiarino l’esistenza di circostanze specifiche che abbiano portato alla rinuncia del diritto di ferire per esigenze di servizio o per altre motivazioni inderogabili dettagliandole esplicitamente.
Questo significa che il dipendente pubblico deve aver cura di essere in possesso di adeguata documentazione che comprovi il rifiuto della concessione delle ferie da parte del dirigente superiore con appropriata nota giustificativa del diniego per “eccezionali e motivate esigenze di servizio o cause di fora maggiore”, nel momento che questo viene formulato.
L’obiettivo della norma è quello di porre una limitazione nei confronti dei dipendenti pubblici che accumulano notevoli quantità di ferie arretrate nella speranza di usufruire, successivamente, dell’indennità sostitutiva delle ferie in modo da convertire i giorni di assenza non goduti in denaro.