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di Stefano Leonardi
Il corpo di Ersilio Picariello, 28 anni, medico, è stato rinvenuto privo di vita nel Presidio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) di Villanova del Battista (AV) intorno alle ore 11,30 di ieri, 14 novembre.
Aveva svolto il turno notturno e, dai primi accertamenti, sembrerebbe sia stato colto da malore, mentre era in servizio, senza riuscito a chiedere aiuto.
Dai primi riscontri medico legali sul corpo nessun evidente segno di violenza.
Nonostamte la giovane età era stimato e considerato per le sue qualità professionali ed umane.
Siamo vicini, commossi e profondamente addolorati, ai genitori, anche loro medici, ai familiari, agli amici, ai colleghi e a tutta la comunità di Taurasi, dove viveva.
Non possiamo, però, fare a meno di porci degli interrogativi, soprattutto io che ho scelto questa professione di medico di Continuità Assistenziale.
E’ possibile che nel terzo millennio si sia costretti ancora a lavorare secondo un modello organizzativo vetusto ed inappropriato ai tempi?
E’ possibile lavorare di notte da soli in condizioni nelle quali se sei costretto a dire dei ‘Non posso’ rischi di essere aggredito e se ti senti male non riesci neanche a chiedere aiuto?
Si sarebbe potuto salvare se non fosse stato da solo?
Cosa si aspetta ancora a portare fuori dal ‘’pericolo di vita’’ quest’area della sanità che ha già dato tanto, troppo, in termini di vite umane?
La morte di Ersilio Picariello, 28 anni, medico, è una tragedia che commuove e addolora oltre il dovuto per mille motivi a partire dalla giovanissima età, dalle aspettative di vita e di carriera professionale spezzatee sul nascere, che fa piangere i genitori, i familiari gli amici i colleghi e chi l’ha conosciuto ma anche e soprattutto – mi sia concesso dire – chi come me fa questo mestiere ed è inevitabile l’ulteriore interrogativo: ‘’e se fosse toccato a me?’’
Un mio fraterno amico napoletano, in un recente passato, trattando il tema delle criticità legate al Servizio di Continuità Assistenziale, e facendo sua una famosissima frase contenuta nella commedia ‘’Napoli milionaria’’, affermò ‘’adda passà a nuttata’’, assumendo così l’impegno di cambiare l’obsoleto modello organizzativo della Guardia Medica.
Molto più recentemente lo stesso fraterno amico, presente il Ministro della Salute, chiese: ‘’ma quanto deve durare questa nottata’’?
Oggi, in questa triste occasione, faccio mio il suo interrogativo e mi chiedo e chiedo ancora: ‘’ma quanto deve durare questa nottata’’?