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DI MASSIMILIANO CAVALERI
Il costante invecchiamento della popolazione e il progresso della medicina in questi ultimi anni hanno profondamente cambiato l’idea e la figura del medico, che oggi non solo deve essere specializzato e aggiornato ma anche multidisciplinare: un “medico della complessità” perché è lo stesso paziente ad essere complesso, specie se anziano, multipatologico e cronico. Un concetto innovativo che dovrebbe corrispondere ad una definizione giuridica e “certificata”: si è parlato di questo in un incontro promosso a Roma dall’associazione scientifica no profit The System Academy, che ha tra gli obiettivi quello di diffondere una cultura sul “welfare” in sanità.
La prevalenza delle malattie croniche infatti aumenta linearmente con l’età, passando da un 10% nella fascia d’età 0-19 anni al 78% nelle persone anziane. Il 10% della popolazione italiana sopra i 65 anni ha più di tre condizioni morbose croniche. Si profila dunque un nuovo “malato complesso”: un individuo over 65, che assume contemporaneamente più di 5 medicinali, afflitto da disabilità ma con un’aspettativa media di vita più lunga che in passato. Secondo gli esperti, serve un approccio mirato alla nuova medicina del futuro con una gestione coordinata del paziente “multimorbido” attraverso percorsi diagnostico-terapeutici riabilitativi individualizzati.
“Il paziente con una sola malattia non esiste quasi più e la cura esclusivamente specialistica, prima tanto in auge, non è più risolutiva – secondo Claudio Ferri, presidente di SIIA (Società Italiana Ipertensione Arteriosa) – oggi bisogna gestire la complessità clinica ma anche quella sociale ed economica della persona malata”. Il medico esperto in medicina della complessità è la figura sanitaria che riesce a inquadrare il malato cronico, a fare una sintesi delle sue problematiche, a coordinare e pianificare il percorso di cura anche nell’acuzie, assicurando una continuità assistenziale tra ospedale e territorio. “Bisogna abituarsi a questa nuova idea di medico – ha evidenziato il presidente di The System Academy Augusto Zaninelli – che deve essere formato in tal senso e al quale sono richieste specifiche competenze multidisciplinari, perché nell’individuo che si troverà di fronte convivono malattie diverse”.
Inoltre non esistono linee guida per il paziente con multipatologia ma solo per singola malattia: “Il malato cronico può essere curato ma difficilmente viene guarito – ha aggiunto il presidente della SISA (Società Italiana Studio dell’Aterosclerosi) Enzo Manzato. Insomma una visione futuristica della medicina ma soprattutto del medico, dove a fronte di un paziente protagonista sempre più esigente e complicato bisogna rispondere con un professionista della sanità parimenti qualificato a soddisfare tale complessità.
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