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Secondo i dati contenuti nella “Relazione annuale 2018” Inail sono diminuite in Sicilia le denunce di infortuni e malattie professionali. In Lombardia (120.359), Emilia Romagna (86.442) e Veneto (77.017) si osserva il 44% delle denunce complessivamente rilevate a livello nazionale.
A diminuire sono state anche le denunce di infortunio con esito mortale: in Sicilia si è passati dalle 84 del 2017 alle 71 del 2018 (nel 2014 erano ben 91). Calabria (da 25 del 2017 a 47 del 2018), Campania (da 70 a 93), Veneto (da 100 a 121) e Lombardia (da 151 a 186) sono, invece, accomunate dal triste scenario che al contrario ha visto aumentare copiosamente il numero di denunce di infortunio con esito mortale. Anche a livello nazionale è stato rilevato un aumento (dalle 1.148 del 2017 alle 1.218 del 2018).
In Sicilia si è ridotto anche il numero di denunce di malattie professionali: nel 2018 sono state 1.538, il 2,8% in meno rispetto alle 1.582 del 2017 ed il 16,4% in meno delle 1.840 del 2015. In questo caso, la nostra regione totalizza il sesto valore più contenuto a livello nazionale (appena il 2,58% dei 59.506 episodi complessivamente rilevati in Italia). Un numero inferiore di denunce di malattie professionali si osserva solo in Valle d’Aosta (60), Molise (230), Trentino Alto Adige (603), Basilicata (705) e Liguria (1.080).
In questo caso, però, l’andamento generale è di aumento di denunce: si passa dalle 58.019 del 2017 alle 59.506 del 2018 (+2,6%). Nord –Ovest (area in cui si passa da 6.939 del 2017 a 7.155 del 2018), Centro (da 18.801 a 20.133) e Sud (da 13.695 a 14.321) sono le circoscrizioni territoriali che subiscono gli incrementi.
Ha affermato Massimo De Felice, presidente INAIL “In questo scenario gioca un ruolo chiave il nuovo piano delle attività di ricerca 2019-2021 che si adopererà per l’individuazione dei rischi emergenti, per la costruzione di strumenti e processi che possano fronteggiarli, per l’utilizzazione delle nuove tecnologie nella prevenzione dei rischi, per avanzare proposte normative. Tra i temi affrontati, la gestione integrata del rischio attraverso metodologie innovative, come la ‘ambient intelligence’ e la sensoristica, e l’innovazione dei processi connessi alla digitalizzazione, alla robotizzazione, alle nanotecnologie e alle biotecnologie”.
(Fonte: QdS.it)