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di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)
Dal 14 dicembre 2024 è in vigore il nuovo Codice della strada. Fra gli aggiornamenti delle norme esistenti, è nato un dibattito sull’articolo 187 che sanziona chi guida sotto l’effetto di sostanze in grado di alterare l’attenzione. Non è stata ancora resa nota la lista esatta dei farmaci e delle relative dosi che impediscono di guidare in sicurezza; il Ministero dei Trasporti ha aperto un tavolo tecnico per redigere le linee guida.
Le domande, però, sono tante: posso mettermi in auto se ho assunto un antidolorifico? Dovrei interrompere la terapia per il diabete o la depressione? Il guidatore che assume alcuni principi attivi di medicinali anche da banco potrebbe risultare positivo ai test antidroga previsti dal Codice della strada. Non è inoltre chiara la procedura per segnalare la necessità di alcune terapie, come quelle contro i dolori cronici, per evitare sanzioni gravi come il ritiro della patente o procedimenti penali. Intanto, è necessario fare chiarezza su quali siano le sostanze che possono alterare l’attenzione e compromettere la sicurezza in strada.
Dottore, cosa succede a chi segue terapie farmacologiche in caso di test positivo?
I medici e i farmacisti non hanno, al momento, indicazioni formali da fornire ai pazienti. Il timore è che chi sia in cura con farmaci contro il dolore, come gli oppioidi, o segua una terapia per controllare l’ansia risulti positivo ai test pur avendo sufficienti capacità e l’abilità di guidare. Secondo quanto previsto dalla nuova riforma, per punire l’utilizzo di sostanze stupefacenti è sufficiente la positività a una della analisi su liquidi biologici (saliva, sangue, urine) [1].
Non essendo stato fornito un elenco specifico delle sostanze incluse, secondo quanto propone Società Italiana di Psichiatria (SIP), “i pazienti che assumono cure per la salute mentale sotto indicazione medica specialistica devono essere considerati esenti dalle norme del codice”, perché a determinati dosaggi e con il controllo medico, alcune terapie “non possono essere considerate dal nuovo codice della strada alla stregua di sostanze stupefacenti” [2]. La normativa non ha ancora recepito questa proposta e definito le relative modalità attuative. Preoccupazione è stata espressa anche dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
È vero che anche il paracetamolo può interferire con la guida?
Probabilmente avrà letto la notizia, poi risultata falsa, di una persona sanzionata perché positiva al test dopo aver assunto paracetamolo [3]. Si tratta di un analgesico antipiretico, ed è acquistabile senza la ricetta del medico. È accertato da tempo che il paracetamolo non altera la capacità di guidare veicoli e non esiste il rischio che possa essere rilevato dai test dando risultati positivi. Se stiamo assumendo medicinali con questo principio attivo per trattare un’influenza o per un’emicrania, è possibile guidare [4].
Quali sono i farmaci che sicuramente alterano la capacità di guidare?
Esistono medicinali, anche da banco, incompatibili con la guida di un veicolo. Tra questi: gli antistaminici, ampiamente utilizzati contro i sintomi delle allergie, contro l’orticaria o la congiuntivite e, talvolta, anche per ridurre i fastidi del raffreddore.
Nel foglietto illustrativo degli antiallergici sono chiaramente indicati alcuni effetti collaterali che rendono non sicura la guida: sonnolenza, visione offuscata, minore rapidità di coordinazione dei movimenti e di reazione. Questo avvertimento vale soprattutto per gli antistaminici di prima generazione, contenenti clorfenamina, idrossizina e prometazina, mentre i più recenti (a base di cetirizina, loratadina e fexofenadina) hanno un impatto minore [5]. Non guidare e non utilizzare macchinari è, tuttavia, solo una raccomandazione.
Tali effetti sono amplificati se, assieme agli antistaminici, si assumono alcolici: il mix può aumentare la sonnolenza, con il rischio di un improvviso colpo di sonno mentre si è al volante [6]. In tal senso l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda cautela anche con altre tipologie di farmaci come gli ansiolitici o gli antidepressivi. Per ogni chiarimento, pur nei limiti dell’incertezza normativa, è opportuno rivolgersi al medico che ha prescritto la terapia [7].
Dottore, se abbiamo preso un tranquillante prima di dormire, la mattina successiva possiamo guidare?
Diversi medicinali contro l’insonnia sono in libera vendita: vengono perciò assunti senza un parere medico, né una prescrizione. Melatonina, valeriana e simili non sono certamente equiparabili ai sedativi o agli ansiolitici con principi attivi più complessi; il rischio che al mattino ci si senta sonnolenti però è possibile. In generale, alcuni medicinali possono influenzare la guida per un brevissimo periodo, mentre gli effetti di altri medicinali possono durare fino al giorno successivo. Per questo, è necessario il consiglio del medico per gestirne l’assunzione [5,6,7].
Interferiscono con la capacità di guidare i sedativi e gli ansiolitici contenenti benzodiazepine, le formulazioni a base di oppioidi contro il dolore cronico, la cannabis terapeutica. Si tratta tuttavia di sostanze prescritte da medici a pazienti informati e in grado di seguire attentamente le modalità d’uso e i dosaggi [8]. La capacità di guidare dipende, appunto, dalle modalità di assunzione dei farmaci e dai dosaggi, e non sono stati definiti i limiti in termini di interferenza con i tempi di reazione.
Se non si può fare a meno dell’auto, è meglio smettere di assumere questi medicinali in questo momento?
Il timore di un controllo e di una sanzione è comprensibile, ma interrompere le terapie è pericoloso. Allo stesso modo, per evitare gli effetti collaterali non è sano smettere la cura.
Queste raccomandazioni valgono soprattutto per le terapie che non possono essere sospese o cambiate senza il parere del medico, in particolare se si tratta di farmaci salva vita (per i pazienti cardiopatici o diabetici) o di farmaci che trattano disturbi cognitivi e neurologici.
(Fonte: dottoremaeveroche.it)