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di Filippo Cavallaro
È la storia di un coma quella di “Incubi”, nella raccolta di racconti dal titolo Disincontri di Julio Cortázar per SUR. Un coma quale esito di una infezione virale complessa che ha colpito una tennista ventenne di nome Mecha. Un coma che viene seguito a casa, cominciato con una febbre e dolori diffusi. Poi “di colpo il silenzio … il respiro lontano e tranquillo.”Un coma che ha lentamente portato attorno al corpo di Mecha medici, infermieri ed apparecchiature. Una situazione complessa che scombussola la vita di tutta la famiglia Botto, preoccupante come tutte le malattie per le quali non si ha una terapia certa.È una situazione che malgrado la non autosufficienza del soggetto, considerando l’idoneità delle condizioni abitative e l’affiancamento continuo dei familiari in qualità di caregiver, è gestibile in maniera domiciliare con un sostegno tecnologico h. 24, una assistenza infermieristica per alcune ore al giorno, la supervisione del medico di famiglia tutte le sere, consulenze specialistiche al bisogno.
Luisa, la madre, Eduardo, il padre, e Lauro, il fratello, continuano ad avere la speranza che Mecha presto si sveglierà, e prestano attenzione a tutto ciò che avviene alla giovane in coma.
Accadde che, un pomeriggio, dalla strada si sentirono chiaramente degli spari, e subito dopo le mani di Mecha ebbero un tremito.
Questo segno riattivò la fiducia nel risveglio, per cui ricominciarono i consulti per dare un significato a quanto era successo, se questi tremori fossero predittivi del recupero dello stato di coscienza.
Fu confermato lo stato vegetativo, nessuna evoluzione.
I tremori continuavano a ripetersi mentre la situazione nel quartiere peggiorava, si ripetevano manifestazione e quindi sirene ed altre sparatorie. Ogni sparo, ogni sirena il cui effetto sonoro arrivava nella stanza attivava una reazione motoria alle mani di Mecha.
Il disagio sociale era grande in città ed anche l’università portégna, frequentata da Lauro, era coinvolta nelle agitazioni. Il ragazzo cominciò ad essere impegnato politicamente, e ad assentarsi più frequentemente da casa. Una sera la polizia aveva bloccato tutte le strade, Lauro non rientrava da due giorni e, stranamente, non aveva telefonato per non far preoccupare i genitori.Una sirena suona continuamente un allarme sempre più forte, una raffica di colpi sfonda la porta di casa, un assalto di poliziotti entra in casa, Mecha è sveglia.
Una storia di una infezione virale con le misure di limitazione dettate da motivazioni sociali. Il virus ha colpito solo la tennista ventenne. È altro ciò che si diffonde in città ed è Lauro con i suoi colleghi universitari un veicolo di diffusione. La scelta, di chi deputato a governare le differenti emergenze, è chiara. La malattia si cura a casa, in famiglia. Il disagio sociale si affronta con sirene e sparatorie che coinvolgono tutta la città.
Le mani che si agitano cercano di aggrappare … la libertà!