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Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Ascolto”

Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Ascolto”

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di Filippo Cavallaro

Alla libreria di mio figlio ho trovato sull’espositore all’ingresso, proprio come primo libro da prendere appena varcata la soglia su via Camiciotti, un volume dal titolo strano: Ubuntu.

In copertina l’autrice Mungi Ngomane sottotitola che si tratta della via africana alla felicità. L’ubuntu è una antica filosofia di vita sudafricana per vivere bene insieme, è un contatto vivo, attivo, di empatia ed ascolto. L’autrice si avvantaggia dall’aver avuto una famiglia speciale dalla madre Naomi Nontombi, pacifista e femminista, al nonno Desmond Tutu, l’arcivescovo anglicano di Cape Town premio Nobel per la pace nel 1984.

E’ proprio il nonno, che ha descritto la società del Sud Africa come la Nazione Arcobaleno, ad aver redatto la prefazione al volume.

Nel volume 14 lezioni diventano lo strumento per aiutarci a vivere meglio in risposta ai ritmi frenetici imposti dalla società sempre più complessa. 

“Io sono perché tu sei” così la gente del Sud Africa definisce l’ubuntu, cardine per tenere quel legame universale che ci unisce in quanto umani.

La quattordicesima lezione è dedicata all’ascolto. Bisogna imparare ad ascoltare per poter capire. Si afferma che chiunque apprezza il fatto di essere ascoltato.

In sanità la raccolta dei dati, la raccolta delle informazioni per l’anamnesi, la semeiotica descritta dall’ammalato sono parole ascoltate con attenzione che contengono la sofferenza, la patogenesi, la clinica.

Altri ascolti abbiamo da mettere in atto per sentire il corpo della persona che mostra la propria sofferenza: il tatto per la morfologia, il calore e la contiguità delle strutture; la vista per il gonfiore, le tumefazioni e la coreutica; l’olfatto per gli odori caratteristici prodotti dal corpo in alcune patologie…

Ancora da aggiungere l’ascolto degli altri specialisti e professionisti esperti che, nel team di assistenza nelle patologie complesse o in sovrapposizione, aiutano chi ha in carico la persona ammalata ad affrontare il problema di salute.

Un ulteriore aiuto l’ho avuto in una terapia guidando giorni fa Salvo con un esito post stroke. Scoperto che aveva competenze musicali gli ho chiesto di ripassarsi la musica che suonava con più passione, di ascoltarla mentalmente…

E’ stato meraviglioso osservare come le dita della mano paretica ed il piede omolaterale, immediatamente, riproducevano il modo di posizionarsi sui tasti e battevano il ritmo … andavano a tempo, coordinati, in sintonia. Li aveva ritrovati! 

Ubuntu ci abitua ad affrontare i problemi  ad apprezzare la non linearità dei progressi cercando di dare sempre il massimo.