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Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Disabilità in giallo”

Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Disabilità in giallo”

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di Filippo Cavallaro 

Ho per le mani il libro di Marco Malaspina “La scienza dei Simpson” (2007). Si tratta di un saggio su quanto di scientifico viene narrato nelle centinaia di episodi della famosa serie di cartoni animati che dal 1987 incuriosisce ed interessa in tutto il mondo sulle abitudini della più famosa famiglia americana. Nella pubblicazione considerando il fatto che l’autore Matt Groening non è uno scienziato, ma un geniale ideatore di strisce e personaggi a fumetti, si afferma che è uno sfrontato capace di coinvolgere abilmente molti scienziati come sceneggiatori degli episodi.  

Mi ha fatto ricordare una puntata del cartone animato che ricordavo aver visto in tv. Si tratta del settimo episodio della settima serie, dal titolo “Maxi Homer”, andato in onda su Canale 5 il 4 maggio 1996, sei mesi dopo la prima americana. 

Nell’episodio, Homer non accetta il programma obbligatorio di ginnastica ritmica mattutina della centrale nucleare, dove lavora. Si tratterebbe di un percorso educativo per sposare stili di vita attivi, virtuosi. Ha saputo che gli unici ad essere esentati sono i disabili, per cui decide di cercarsi una disabilità che lo faccia dichiarare esente. Cerca invano di ferirsi, ma dopo aver appreso che i dipendenti che pesano più di 136 kg vengono considerati disabili, inizia a mangiare in modo eccessivo. La moglie Marge e la figlia Lisa sono preoccupate perché sta mettendo in pericolo la sua salute, invece Bart, il figlio, è suo alleato, come tutte le volte che si tratta di fare la cosa sbagliata. Homer alla fine, grazie alla dieta consigliata dal dottor Nick riesce a pesare 315 libbre (143 kg), 7 kg oltre il suo peso obiettivo, ed il signor Burns, proprietario della centrale nucleare, fa installare un terminale di lavoro nella casa dei Simpson. 

L’episodio è interessante nel descrivere le difficoltà vissute con un corpo gigantesco, sia nella vita quotidiana che nell’emergenza per il pericolo di esplosione, da lui causato alla centrale. Alla fine Homer è stanco dei disagi che gli causa l’obesità e tornerà alla sua rozza, pigra vita da marito sovrappeso, oltre che di padre ignorante. 

In questi giorni le cronache ci fanno scoprire tanti che cercano di trovare una disabilità, o una patologia che possa definirli come esenti dal doversi vaccinare contro il Covid19. La loro ricerca di patologie genetiche, anche scavando nella storia delle proprie famiglie, di allergie o intolleranze che giustifichino il rischio di interferenze con le componenti del vaccino, è spasmodica. Non credo che si riconoscano nel ruolo di Homer Simpson, anche se trovano tanti Bart che gli stanno accanto solo per la “voglia” di cui sopra. 

Il cartone allora ricevette molti premi e questo episodio è considerato uno dei migliori in assoluto. Ricevette critiche positive sia dal Times che dallo Herald Sun, oltre che dalle riviste specializzate di settore. Tra questi Colin Jacobson di DVD Movie Guide apprezzò l’episodio e lo definì “uno degli episodi più cinici della serie”, affermando: “È divertente vedere la ricerca dell’obesità da parte di Homer, e sfrutta bene la sua idiozia. … Sulla situazione dei grassi, la sottolinea con sensibilità ed in modo discreto”.  

In fin dei conti la ricerca di un sotterfugio per una esenzione passando per l’obesità è un metodo ingenuo, infantile, delicato anche se pericoloso per la salute. Oggi si trova gente disposta a farsi dichiarare afflitta da malattie gravissime, in altri momenti impronunciabili, disposta a corrompere pur di avere una certificazione, a fare carte false. Metodi criminali.