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di Filippo Cavallaro
Nel panorama dell’editoria da sei mesi c’è attesa per il nuovo fumetto di Alessandro Baronciani. Si intitola – Monokerostina – ed è promosso, in autoproduzione, come una raccolta di dodici storie brevi di sedici pagine che sono poste dentro una scatoletta come quelle delle medicine. L’autore lo definisce un farma-fumetto.
Stavo leggendo l’ultimo fumetto – Negativa – che è un’esperienza di cartotecnica come ha insegnato Bruno Munari. Un libro dove leggendo la storia le immagini, i caratteri, il verso del testo, la luminosità dell’inchiostro, ma anche la corposità della pagina, la grammatura della carta, la sua rugosità, le pieghe ed i tagli nelle pagine arricchiscono l’azione della lettura con il contributo dei sensi che lo scrittore riesce a coinvolgere.
Nel 2016 un’altra pubblicazione era stata lanciata alla stessa maniera di questa novità che aspettiamo. Allora si era acquistato il fumetto – Come Svanire Completamente – anche questo “fatto in casa” e spedito, nel dicembre 2017, in una busta che conteneva anche altri elementi per partecipare attivamente alla storia, c’erano: una cartolina; il biglietto d’ingresso del cinema; il biglietto degli auguri di Natale intestato all’acquirente; uno spillino con il primo piano della sirena con la sigla che caratterizzava il fumetto CSC.
Si tratta di letture durante le quali si viene coinvolti, attraverso una distorsione sensoriale, una vertigine, in quanto mentre la lettura ci porterebbe a recuperare quell’episodio nella memoria, il coinvolgimento sensoriale ci porta ad associarlo ad altro, altre memorie, addirittura altre aree cerebrali.
Questo percorso distorsivo è impegnativo, può infastidire come una vertigine, ma può divertire, … diventare utile in riabilitazione. Attivando reti neuronali differenti per nuovi apprendimenti di nuove strategie motorie.
Le attività dei giochi di equilibrio, che Roger Caillois chiama ilinx, procurano un’interruzione temporanea della percezione, come nelle vertigini, dovute ai cambiamenti disorientanti nella direzione del movimento.
Capitò qualche settimana fa con Ninì, brillante matematico, dolorante per una irradiata lombalgia. Quel giorno arrivò il referto della glicemia che lui leggeva ad alta voce, riferendo il dato della concentrazione di glucosio nel sangue di 180.
Mi venne di getto di dirgli: È piatto, se lo consideriamo geometricamente.
Restò disorientato per un attimo poi si mise a ridere, l’aver trasformato i mg/dl in gradi sessagesimali, aveva interrotto il segnale dolorifico e per poco, forse troppo poco, aveva reso possibile la reazione della risata.
Solo il tempo di un respiro, ma comunque utile per apprezzare che il corpo se diversamente orientato può superare il disagio che lo affligge con un segnale di dolore.