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Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Precari”

Noterelle riabilitative del padre del libraio: “Precari”

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di Filippo Cavallaro

Due giovani donne vivono esperienze di vita precarie. Un vissuto instabile, ma travolgente, per le protagoniste che le porta a superare i confini del proprio ambiente. Le loro scelte le portano a rompere le barriere che le volevano chiuse in un destino di miseria nel “rione”. È la “Storia di chi fugge e di chi resta” terza puntata dell’articolata saga “Amica geniale” scritta dalla misteriosa Elena Ferrante.

Una esperienza di precariato che viviamo nel momento in cui, in tempi di corona virus, l’ospedale va a trasformarsi in covid hospital. Tempi odierni, nei quali ci troviamo ad affrontare in maniera ancora più occasionale, instabile il rapporto terapeutico di riabilitazione. Bastiano e Nina oggi li ho incontrati per la prima volta, ma, mi rendo conto che entro domani saranno trasferiti. Il reparto deve essere riconvertito per cui l’unità operativa trasloca. Mi sono prodigato a tranquillizzarli. Ho cercato di dare loro la consapevolezza di quanto stavano recuperando. Ho incontrato i familiari invitandoli a fare i care giver attivi per riuscire a seguirli nei prossimi giorni, quando malgrado la malattia potrebbe ancora essere possibile ridurne gli esiti.

So che il ruolo della fisioterapia non è più solo quello di confortare nella cronicità, nella disabilità. Il ruolo è di governare insieme al soggetto la condizione di salute. Oggi possiamo sapere cosa e dove ha colpito la malattia e quanto altro potrebbe trascinarsi come esito secondario. Il compito della fisioterapia è di prevenire quegli esiti. Sappiamo che il sistema uomo è un sistema complesso, un sistema che ha molte possibilità di adattamento, di autopoiesi. Bisogna scegliere come agire, come guidare il corpo nel momento in cui deve affrontare una condizione patologica, un trauma, una infezione.

In tempi di emergenza l’attenzione è rivolta al rischio del contagio alla necessità di far reggere il sistema sanitario, la struttura ospedale, all’impatto degli ammalati di covid che debbono essere gestiti in isolamento. Tutto il resto delle cliniche viene ridotto al minimo. Tutte le strutture dell’ospedale vengono trasformate, trasferite in aree più sicure. Tutti, dai pazienti ai professionisti sanitari, vivono la condizione della precarietà. Una condizione fastidiosa ma, nell’emergenza, si può solo obbedire alle scelte che vengono prese responsabilmente dalle autorità preposte.

Bastiano, marmista, mancino, stroke trattato con trombolisi che ha ripristinato il circolo cerebrale. L’ho invitato a considerare la sua debolezza degli arti di sinistra, come un momento in cui il suo corpo per riprendere la normale attività vuole ricordare le opere realizzate. Gli ho consigliato di richiamare alla memoria le opere più belle che ha realizzato. Mi ha guardato commosso, pensava a quanto fatto in 40 anni di lavoro. In mente gli è tornato un lavoro di tanti anni fa. Con un suo maestro lavorò per restaurare, a Palermo, alcuni marmi mischi che decorano le colonne e le travi di una cappella. In quel ricordo c’era passione e la rievocazione portava alla rielaborazione di tutto quel vissuto. C’è un gesto tecnico, un gesto appreso per dare forma alla pietra, un gesto per creare nella pietra una scanalatura per incastrarne un’altra di diversa natura, per colore intervenivo io, di diversa consistenza, durezza, peso, mi correggeva lui. C’è un ricordo …

Nina, politraumatizzata, amputazione trans-femorale a destra. Le ho chiesto se fosse capace di stare sul fianco sinistro per permettere all’anca destra di esprimere il massimo della libertà di escursione possibile, l’ho rassicurata su come stava il moncone. L’ho invitata a stare prona, a girarsi, rotolando di lato nel letto, per farlo poi, da sola. Le ho consigliato di toccarsi la coscia, di darsi consapevolezza della situazione da affrontare, in modo da preparare nel miglior modo possibile il moncone per calzare in futuro una protesi. Lei si è preoccupata di come organizzarsi per poter frequentare ambulatorialmente la fisioterapia, pensava a ciò che avrebbe potuto fare suo marito, o sua figlia, visto che per ora tutto è chiuso, tutto è fermo e loro possono dedicarsi a lei, esserle d’aiuto. Io cerco di spiegarle che proprio per la situazione che viviamo anche gli ambulatori sono chiusi e sarà il caso che lei cerchi di non stare a letto, se andrà a casa. Cerchi di stare seduta, così rinforza la schiena, e respira meglio. Con l’aiuto stia sulla gamba sinistra, non le dia modo di indebolirsi. Ripeta gli esercizi dell’anca destra. Pensi a Giusy Versace la ballerina amputata, che ha saputo continuare a ballare dopo aver perso la protesi in televisione.

Tornando al romanzo, Lila e Lenù trovano la forza e le opportunità per vincere l’ignoranza e la sottomissione a cui, altrimenti, sarebbero restate relegate. Affrontano gli anni settanta, innovazioni tecnologiche e stravolgimenti politici, con la tensione di nuove speranze per l’opportunità dello studio, ma la pressione delle incertezze e della precarietà di quanto sta accadendo nella società.

Auguro a Nina e Bastiano di essere in grado di non perdersi d’animo, di non sentirsi abbandonati, di trovare nelle proposte e nei consigli il minimo utile per arrivare al dopo covid, e, chissà, magari incontrarli per strada ben felici di poter godere di una bella giornata.

Andrà Tutto Bene! Ce La Faremo!