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di Filippo Cavallaro
Scrivo ed è il 27 dicembre, da alcune ore, contemporaneamente in tutta Europa, si è cominciato a somministrare il vaccino contro il Sars cov 2. Oggi possiamo annoverare una vittoria della scienza nella guerra contro la malattia covid 19.
Il 2020 sarà ricordato da tutti, quest’anno lascerà una traccia indelebile nelle nostre vite. Sono stati pubblicati tantissimi libri, molti proprio legati alla pandemia. Di converso, sono state chiuse tante librerie ed anche tante edicole.
Anche la scienza ha molto amplificato l’editoria on line rispetto al cartaceo. Tutto va più veloce e la digitalizzazione, anche se non è una diretta on line, riduce i tempi di revisione dei testi, del confronto dialettico con i revisori, della distribuzione degli articoli.
Un altro aspetto, che ha molto inciso sul nostro vivere quotidiano, è stata la statistica. Continuamente abbiamo controllato i numeri che ogni giorno alle 18 venivano presentati in televisione o sui social. Poi c’era sempre, dappertutto, il commento sui dati, l’interpretazione … , la proiezione … , le previsioni … , i pronostici …
Un libro appena pubblicato da Mondadori ci potrebbe aiutare a proteggerci dall’infodemia, causata dalla circolazione di una eccessiva quantità di informazioni. Notizie che, per la velocità con cui vengono aggiornate, non ci permettono di valutarle accuratamente. Come se di un quotidiano di alcune decine di pagine riuscissimo a leggere solo i titoli degli articoli. Ancora peggio è la circolazione di notizie sui social che, essendo ancora più veloci, sostengono posizioni su argomenti senza vagliarne l’affidabilità della fonte. Come se sempre di quello stesso quotidiano leggessimo solo la prima pagina con le prime righe di ogni articolo importante che proseguirebbe nelle pagine seguenti.
Il volume, dal titolo “La pandemia dei dati”, stampato nella collana Università, spiega ai comuni cittadini, i teoremi e le formule, le tabelle ed i grafici, gli indicatori e gli strumenti matematici che lo statistico sceglie di elaborare per liberarci dall’incertezza.
Dietro alle cifre, ai dati, c’è sempre chi ha ragionato su quali numeri analizzare per poter dare significato ad un ragionamento, ad una ipotesi. Dietro a tutto ciò c’è una persona, uno studioso, uno scienziato.
Mi ricordo ciò che successe qualche anno fa.
Incontrai Luciano Bernardi alla fermata dei pullman della Sais. Mi aspettavo l’arrivo di un signore distinto, era giugno e non ero certo che avrebbe indossato la cravatta. Arrivò un simpatico escursionista in sandali e pantaloncino, con zainetto e cappellino con visiera. Mi aveva contattato perché era interessato alla possibilità di fare un esperimento scientifico all’interno della cattedrale. Dalla sua email al suo arrivo in città erano passati alcuni mesi ed io nel frattempo avevo chiesto in Curia ed in Cattedrale ricevendo assoluta disponibilità da parte di tutti.
Da piazza stazione a piazza duomo abbiamo fatto una passeggiata, mi fece piacere raccontare qualcosa di storico sulla città e lui ascoltava attento, e compiaciuto della luminosità che si apprezza a Messina, per le sue strade larghe ed il vento che tiene sempre pulita l’aria. Arrivati in cattedrale ci accolsero il Canonico ed il Maestro organista della Basilica, i monsignori responsabili del culto e del grande organo Tamburini. Bernardi è un cardiologo, ordinario in pensione dall’università di Pavia, ed incardinato al centro di ricerca Folkhälsan di Helsinki, musicologo e musicista. Scopro una persona che della struttura della nostra cattedrale e del nostro organo conosceva tutto, e conosceva aspetti progettuali delle due strutture. Tra loro legate da prima della loro realizzazione perché sin dalla progettazione delle opere murarie dopo il disastroso incendio del 1943 si studiò come ospitare l’organo a canne in modo da farne una struttura unica.
In chiesa chiede che sia suonato il grande organo e lui va a girare per tutta la basilica a verificare l’acustica per avere la conferma di quanto aveva studiato. È contentissimo e conferma la volontà di compiere l’esperimento tra musica e frequenza cardio respiratoria. Gli spazi saranno la navata maggiore nella zona che è tra la perpendicolare del grande lampadario centrale e la cattedra vescovile dove dovranno essere posizionate le sedute dei soggetti che saranno monitorizzati durante l’esecuzione di una specifica sequenza di musiche, e la sagrestia capitolare, che è passando oltre la grande sagrestia, per depositare le attrezzature necessarie per il monitoraggio durante la sperimentazione.
La sperimentazione venne fatta nelle serate in cui giocava l’Italia del calcio in modo da essere sicuri che la cattedrale aperta di notte non incuriosisse nessuno. furono due i gruppi messi a confronto, intonati e stonati, il monitoraggio dei dati cardiorespiratori confermò il ruolo delle musiche nella modifica del ritmo. Dopo circa un anno la ricerca venne pubblicata sulla rivista Frontiers ed è consultabile on line nel sito del centro studi finlandese. Grazie a Luciano Bernardi la cattedrale di Messina ed il grande organo sono citati in uno studio scientifico.
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphys.2017.00785/full