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di Filippo Cavallaro
Molti racconti, romanzi, anche testi sacri parlano di tradimenti. Ognuno di noi avrà da ricordare più di un testo letto. Antonio Spadaro mi invita ad alcune riflessioni, con il suo scritto dello scorso 26 giugno nella rubrica “la parola” della rivista l’Espresso. Spesso i suoi scritti mi chiarificano aspetti che trovo molto legati al mio essere un esercente una professione sanitaria.L’altro giorno la parola è stata – Tradimento.Le poche righe, in cui si spande la rubrica, sono ricche di citazioni ed il significato che viene dato alla parola tradimento è quello di cambiamento.
Certo nel mio mestiere debbo continuamente pensare al cambiamento. Il cambiamento del corpo.Un corpo che è lanciato dalla vita al continuo mutarsi, giorno dopo giorno, un tradimento momento per momento. Prima le tappe dello sviluppo motorio nel bambino, poi tutti gli apprendimenti delle varie abilità e competenze ed infine i vari aggiustamenti che con l’avanzare dell’età consigliano l’utilizzo di strategie meno faticose o l’utilizzo di tecnologie assistive.Naturale, si direbbe normale, sviluppo che dalla nascita alla morte, in maniera costante segna tutte le strutture e le funzioni corporee.Poi per mestiere, nella fisioterapia, incontro persone che vivono la sofferenza della malattia, mi imbatto in corpi che mostrano i segni e gli esiti della malattia. a questo punto il processo è patologico. Il corpo subisce delle modificazioni, delle limitazioni, dei malfunzionamenti, delle menomazioni, delle mutilazioni, … dei cambiamenti, … dei tradimenti.
Spadaro mi sorprende con la terzultima frase del suo testo che cito: “Non per rompere il legame ma, al contrario, per conferirgli l’insicurezza di tutto ciò che è vivo (e salvandolo dalla noia).”Così il corpo, sia nel normale corso della vita, che in occasione di malattia, ha modo di scoprirsi debole, a rischio, insicuro … perché vivo.Si tratta di un corpo che per la vita, la sua stessa vita, tradisce ogni giorno sé stesso. Deve tradire ogni giorno in un continuo relazionarsi con il mondo come persona, e tradirsi nel continuo relazionarsi delle proprie strutture e funzioni come organismo.
“La ferita nel rinnegamento, – aveva già scritto l’autore nel testo – assunta da occhi che amano nonostante tutto, diventa segno di elezione.”
Nella riabilitazione di una persona, con le strutture e le funzioni corporee soggette all’aggressione di una malattia, può significare di dover accettare il cambiamento imposto dalle regole che porta con sé l’evento patologico, affrontandolo con le regole del cambiamento che possiamo avere nel nostro corpo sempre pronto ad apprendere nuove modalità di azione, o capace di adattarsi a condizioni avverse.Certamente la malattia non è poca cosa, ed alcune sono spesso gravissime, rare ed incurabili. La ferita nel rinnegamento, assunta da occhi che amano nonostante tutto, diventa segno di elezione.
Ho conosciuto Simona e si è sorpresa che tra i miei contatti ci fosse Pino. Il padre dell’avvocato calabrese che le fece dipingere un arcobaleno. Ecco che grazie ad aver con loro vissuto momenti forti di fiducia al corpo che cambia riesco a valorizzare il Tradimento.
Arcobaleno traditore di un fascio di luce.