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di Filippo Cavallaro
Mentre si era in piena guerra fredda e si combatteva in Vietnam, negli anni 60 del secolo scorso, avvenne che la casa editrice Marvel lanciò un albo a fumetti con protagonisti un gruppo di eroi con capacità e competenze sovraumane che erano di nazionalità e genere differente. Ancora più marcata fu questa scelta quando, nel 1975, malgrado lo scarso successo della prima serie, venne lanciata la seconda serie di X-Men. Questo nuovo gruppo includeva Wolverine dal Canada, Nightcrawler dalla Germania, Banshee dall’Irlanda, Tempesta dal Kenya, Colosso dalla Russia e Sole Ardente dal Giappone. Tutti questi eroi soggiornavano nella tenuta del professor Charles Xavier che era il fondatore degli X-Men proteggendo ed educandoli alla convivenza. Si trattava di persone, umani, che avevano subito una modificazione genetica e che pertanto erano dei mutanti.
Lungimirante, Xavier dedicava la sua vita ad aiutare i mutanti, ad imparare a conoscere e governare i propri poteri, e ad aiutare gli esseri umani a convivere pacificamente con loro, senza paura uno dell’altro. Nonostante le varie provenienze, vivevano ed agivano prevalentemente a New York.
In una mia recente lettura ho recuperato questo periodo di dedizione ai fumetti, e scoperto che diversi studi affrontano le dinamiche che sottostanno alla creazione dei personaggi ed alle avventure rappresentate nelle strisce.
Tra questi Stefano Petruccioli, che, scomoda il filosofo francese Jacques Derrida, nel riconoscere una problematica etica degli X-Men, una responsabilità illimitata vista la potenza che esprimono questi super eroi. Quanto le loro azioni sono libere da arbitrio o da inclinazioni dettate dal loro essere mutati. Forse è l’etica stessa che rende inumano, un corpo estraneo quello che obbedisce al dovere, alla legge. Neanche gli X-Men dormono sonni tranquilli, sono costretti ad uccidere, sempre dei fuorilegge, comunque ad uccidere dei viventi. L’inadeguatezza è insuperabile nell’etica, devono domandare perdono ai viventi al fine di essere nella giustizia, nella legge, nelle regole … nella civiltà. Purtroppo, il senso di colpa accompagna ogni scelta e azione, l’inadeguatezza nei confronti del rispetto dell’umano è insuperabile nell’etica, questa risponde al rispetto delle regole degli umani. C’è una aporia verso cui si va incontro, inevitabilmente: Si tradisce sempre qualcuno per essere giusti.
Trovo anche un giovane, come Cesare Vicoli, che in un suo testo ci conduce in una riflessione su come anche i super eroi sono soggetti alle malattie … ai virus. Succede nella saga che a più riprese durò dal 1993 al 2001, quando la vita degli X-Men viene scombinata dal virus Legacy, metafora dell’AIDS. Storie con personaggi di fantasia che narrano dei fenomeni e delle problematiche sociali della vita reale.
Quando penso agli X-Men non posso non pensare agli attuali campioni paralimpici. Questi ultimi vivono un corpo che ha caratteristiche fuori dalla norma, in passato sarebbero stati solo considerati menomati, invalidi. Oggi grazie alla valorizzazione delle specifiche abilità (qualcuno le continua a definire residuali) ed alla competenza a gestire tecnologie compiono imprese incredibili. I loro corpi mutati vengono spinti alla massima velocità consentita dal connubio umano/bionico, tessuti biologici/materiali, fisiologia/tecnologia. Una complessità che se già è importante nell’essere vivente diventa impressionante nel connubio tecnologico. Super eroi.
Come ha detto Mattia Balardi, più famoso con lo pseudonimo di Mr. Rain, che all’ultimo Sanremo cantava con il coro dei “Mitici Angioletti”:
Non puoi combattere una guerra da solo
Il cuore è un’armatura
Ci salva ma si consuma
A volte chiedere aiuto ci fa paura
Ma basta un solo passo come il primo uomo sulla luna
Perché da fuori non si vede quante volte hai pianto
Si nasce soli e si muore nel cuore di qualcun altro
Siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare
Solo restando l’uno accanto all’altro
Camminerò
A un passo da te
E fermeremo il vento come dentro agli uragani
Supereroi
Come io e te
Se avrai paura allora stringimi le mani
Perché siamo invincibili, vicini
E ovunque andrò sarai con me
Supereroi