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di Giovanni Pulitanò
Gaetano La Corte Cailler, uno dei più studiosi di storia patria che ebbe Messina, città dove nacque l’1° agosto 1874. Prese il doppio cognome dal padre e dalla madre. Dopo la scuola ginnasiale si dedicò alla ricerca storiologica, in particolare a quella della nostra città, per la quale ebbe un grande interesse. Suonava il pianoforte e componeva romanze, spronato dal padre, maestro di musica, facendo concerti per guadagnarsi da vivere. Non avendo continuato gli studi Universitari inizia a collaborare come esperto di arte e storia messinese. Ebbe un posto di copista presso la cancelleria del tribunale di Messina 1898.
L’anno dopo fu nominato socio della Reale Accademia Peloritana ed assieme al Prof. Giacomo Tropea dell’università di Messina, diede vita alla “Società messinese di storia patria” essendo così fondatore e firmatario del primo statuto sociale.
Raccomandato, fu nominato guardia sala al Civico Museo Peloritano. Nel 1904, dopo la morte del direttore Picciotto, ebbe la direzione del Museo e in tale carica fece importanti scoperte negli archi cittadini per la storia e la cultura artistica di Messina. Dopo il terremoto del 1908 si trasferisce momentaneamente a Palermo e ritornando a Messina ricostruisce con i pochi amici sopravvissuti la Società Messinese di storia patria 1910. E’ nominato ispettore comunale di Antichità e Belle Arti e commissario per la salvaguardia del patrimoni artistico della provincia di Messina. Morì il 26 Gennaio 1933 a soli 59 anni, debilitato da una forma grave di diabete.
Alla sua morte venne sottolineata e riconosciuta in Lui la volontà instancabile del ricercatore collezionista, appassionato di quanti elementi potessero rievocargli un momento storico della sua città.
Ebbe contatti con Calamech, studioso di Antonello di Messina e della pittura del 400, con Saccà conoscitore della presenza artistica del Caravaggio nel suo tumultuoso soggiorno a Messina e parimente le opere di Giuseppe La Farina concependo così il patrimonio storico-artistico come parte complessiva del vivere civile; promosse infatti personalmente le riaperture e la valorizzazione delle collezioni museali locali nel recupero meticoloso di ogni particolare memoria cittadina.
Fu intitolata a lui la rotonda del Muricello. !