Views: 2
Non sono un opinion-leader, di geopolitica ne so quanto un analfabeta può saperne di analisi sintattica e poi, in frangenti come questi, mi riesce sempre difficile seguire un ragionamento che si possa definir logico. Mi affido perciò ai versi per tentare di cogliere un barlume di senso di ciò che sta avvenendo in Ucraina. Che, geopolitica a parte, è come se fosse l’appartamento che confina con il nostro, all’interno del grande condominio del mondo.
PARTENZA
Lascia i morti ai morti
dammi retta
e che tutto esploda
portandosi via ogni dolore
vieni con me,
Ti condurrò là dove il cielo
non fischia più e le stelle
sono ancora gemme luminose
non avere paura.
Non è più una terra questa
solo un grumo di nebbie
che cerca la notte
per riposare tutte le sue lacrime.
Metti nella valigia
quello che puoi e sfida il tuono
che rompe l’orizzonte
per superare il confine
ma fa’ presto ti prego
perché il sole tramonta
e al buio tutto è sempre più difficile.
Oh no io non posso
non ho ali per volare
troppo tempo è passato
da quando il sole le ha sciolte
e a valle precipitai
col mio carico di sogni e di speranze.
E poi come potrei
lasciare i miei morti
il mio cuore è spezzato.
Così resterò qui
a vegliarli in silenzio
ma tu invece vai
e racconta
al mondo intero
quello che hai visto
perché si sappia dove può arrivare
la notte dell’anima.
GIUSEPPE RUGGERI