Views: 235
Entrambe soffrivano di problemi strutturali gia’ prima del Covid-19, entrambe sono state travolte dalla crisi pandemica. Ma ora scuola e sanita’ hanno la possibilita’ di disegnare nuove prospettive future e tornare ad essere voci di investimento, e non solo di spesa. Le analisi e le proposte sul futuro dell’istruzione e della sanita’ sono state al centro dell’assemblea nazionale dell’Anquap, l’Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche, che si e’ svolta in streaming con Giorgio Germani, presidente di Anquap; Simona Malpezzi, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento; Guido Quici, Presidente della Federazione Cimo-Fesmed e Antonello Giannelli dell’Anp. “Prima della pandemia scuola e sanita’ avevano gli stessi problemi: mancanza di personale, un sistema organizzativo non centralizzato e un’edilizia inadeguata- ha commentato in apertura il presidente di Anquap- adesso assistiamo ad un’inversione di tendenza: stanno arrivando i primi finanziamenti e dobbiamo saper cogliere questa terribile crisi per riorganizzare sia il settore scolastico che quello sanitario”. ‘Scuola e sanita’ al tempo del Covid’ era appunto il titolo dell’assemblea, che ha ospitato nel corso della mattinata proposte e idee avanzate da rappresentanti del mondo dell’istruzione, medici e personalita’ politiche “Il Covid ha scoperto le nostre fragilita’ e messo in crisi una sanita’ gia’ in affanno a causa dei numerosi tagli- ha detto Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Cimo-Fesmed- tuttavia il nostro sistema ha retto e si e’ dimostrato abbastanza resiliente. Adesso pero’ la pandemia ci offre anche l’opportunita’ di riformare il servizio sanitario. I punti da cui dobbiamo partire- aggiunge Quici- sono l’edilizia sanitaria, la prevenzione, la medicina generale e una maggiore organizzazione a livello centrale. Il decentramento e il susseguirsi di Dpcm e ordinanze ha provocato solo disorientamento”. Edilizia e personale, dunque, i due problemi che riguardano anche la scuola, ora al centro del dibattito sulla riapertura. “Far tornare i ragazzi delle superiori in classe e’ necessario, ma solo se le condizioni epidemiologiche lo consentono- sostiene Simona Malpezzi- i luoghi a rischio zero non esistono, ma le misure adottate a scuola funzionano, e anche i dati che provengono dagli altri Paesi ci dicono che i ragazzi si contagiano, ma non ci sono focolai. Ora che la curva si sta abbassando, quindi, si puo’ cominciare a parlare di riapertura”. A margine dell’evento, la senatrice del Partito democratico e insegnante, ammette il suo rammarico “perche’ il dibattito in questi giorni si e’ concentrato sulle piste da sci e le attivita’ commerciali- commenta alla Dire- ma le scuole devono riaprire il prima possibile e da parte del governo c’e’ l’intenzione di farlo, anche prima del tempo previsto. Con il ministero dell’Istruzione stiamo lavorando per questo.
Per Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale dirigenti pubblici e alte professionalita’ della scuola, riaprire e’ necessario, purche’ si stabilisca una “catena di comando ben chiara”. “La scuola e’ fondamentale per i nostri ragazzi non solo per l’aspetto nozionistico ma anche perche’ educa al rispetto e alla cittadinanza attiva. Una missione che e’ stata portata avanti anche con la didattica integrata. Ora pero’ serve un piano strutturato per il futuro dell’istruzione che guardi ai prossimi vent’anni e non al prossimo mandato politico. Dobbiamo lavorare pensando alle prossime generazioni”. All’assemblea hanno preso parte anche Bianca Laura Granato, senatrice del Movimento 5 Stelle; Mario Pittoni, senatore della Lega e Carmela Bucalo, deputata di Fratelli d’Italia.
(Fonte: Agenzia DIRE)