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Una grave e continua violazione delle norme che riguardano la pubblicità sanitaria si registra nella città e provincia di Messina, come nel resto d’Italia. Da quando la legge Bersani ha abolito l’autorizzazione preventiva degli ordini professionali alla pubblicazione del messaggio “pubblicitario”, che sia in giornali e televisioni o piuttosto in un cartellone per strada, molti colleghi e in particolare di studi medici e odontoiatri non conoscono e non rispettano più le regole, prima di tutto deontologiche. È la denuncia – appello che proviene dalla CAO (Commissione Albo Odontoiatri) dell’Ordine messinese: “Sono ormai all’ordine del giorno le segnalazioni nel nostro territorio di professionisti che violano le norme sull’informazione in medicina e odontoiatria – spiega il presidente Giuseppe Renzo, che più volte in questi anni, anche in sede nazionale, ha portato avanti battaglie per combattere il preoccupante fenomeno – quando parliamo di sanità, non dovremmo neppure usare la parola pubblicità, perchè la salute non è un bene da vendere, da commercializzare.
I pazienti non sono e non devono diventare clienti”. Al bando allora slogan, comparazioni, sconti e offerte imperdibili. Del resto l’ultima legge di bilancio e alcune sentenze parlano chiaro: il contenuto non può avere “carattere promozionale o suggestionale”, al contrario deve rispettare “dignità, indipendenza, onore della professione; essere accessibile, trasparente, rigorosa e prudente, fondata sulle conoscenze scientifiche acquisite e non deve divulgare notizie che alimentino aspettative o timori infondati o, in ogni caso, idonee a determinare un pregiudizio dell’interesse generale”. Ad esempio, non è ammessa la diffusione di news su innovazioni e avanzamenti nella ricerca biomedica con aspettative illusorie, false, non supportate scientificamente, o che procurino spinte consumistiche o comportamenti inappropriati.