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di Ettore Bartoli
Molti anni or sono, avendo insegnato le diverse discipline della Medicina Interna in diverse Facoltà Mediche e in più Scuole di Specialità, ritenni di scrivere, in autonomia, un Testo di Medicina Interna che fosse specificatamente orientato, come dimensioni, come contenuti e come indirizzo didattico, agli studenti del Corso di Laurea.
La sua stesura richiese una interruzione di cinque anni, ai termini dei quali riuscii a completare l’opera, che giunse in stampa dopo che fui pensionato. Solo l’impegno del Dottor Sergio Rassu, allievo del Professor Chiandussi e della Professoressa Costanzi, mi ha convinto a catalizzare la riedizione dell’opera, reclutando, per ciascuno dei capitoli che la compongono, degli Autori temprati da un encomiabile profilo scientifico e da maturata esperienza al letto del malato.
L’opera è in corso, segue un iter prestabilito, e vedrà la luce a novembre del 2024: sarà disponibile, per chi desideri servirsene, agli inizi di dicembre. Causa anagrafe, non avrò parte diretta nella stesura del nuovo testo, ma ho cercato di suggerire agli autori di seguire, in totale libertà di modi e di documentazione, alcuni principi che ritengo siano caratterizzanti per le finalità dell’opera:
- mantenerne l’impronta clinica che nasca come conseguenza della comprensione della fisiopatologia. In questo modo i sintomi vengono colti come espressione della alterazione di riconoscibili meccanismi fisiologici, così da acquisire potere diagnostico;
- mantenerne dimensioni che consentano allo studente di poter affrontare con sollievo la mole dello studio, acquisendo il ragionamento fisiopatogico e clinico, piuttosto che gli infiniti dettagli tecnici che devono essere approfonditi successivamente, nell’ambito della specializzazione;
- mantenerne dimensioni accessibili resistendo alla tentazione di impacchettare un eccesso di nozioni in una sorta di “bignamino” della specialità, quando Corso di Laurea e Specialità rivestono fini e Metodologie diverse;
- mantenere il collegamento clinico fra le diverse discipline, incentrandosi sul malato più che sulla patologia, perché quest’ultima viene divisa per comodità in organi, cosa non possibile per i pazienti; mantenere la centralità del metodo clinico, della semeiotica fisica, della visita scrupolosa del paziente, perché le malattie esistono tassonomicamente, ma nella realtà esistono solo i malati.
Per questo, verrà potenziata la rubrica dei sintomi e dei farmaci, attraverso la quale lo studente accede più facilmente a manifestazione di patolgie che abbraccino diversi organi e apparati, mentre apprenderà come i farmaci, impiegati per un fine specifico, investano, a loro volta, più organi ed apparati, in particolare quelli che fungano da emuntori, determinando patologie che devono essere prevenute, comprese e. riconosciute.
Da ultimo, il precedente testo conteneva capitoli concernenti aspetti internistici delle malattie neurologiche, dermatologiche e psichiatriche: questi capitoli non compaiono nel nuovo testo, proprio perché il collegamento con la Medicina Interna non era risultato didatticamente incisivo. Mi auguro che la ri-edizione dell’opera possa fruire, più che della diffusione auspicata dagli Autori, del beneficio che ne trarranno gli studenti, che abbisognano di un testo di riferimento che li accompagni anche nella professione generica e specialistica, perché capace di ricondurre
competenze particolari entro un insieme organico che focalizzi l’attenzione sul malato.