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Poco più di un anno fa, il 23 novembre 2023, il Professore Giuseppe Oreto lasciava un vuoto incolmabile nel mondo dell’elettrocardiografia e dell’aritmologia di superficie. Oreto è stato da tutti riconosciuto come erede della tradizione dei padri dell’elettrocardiografia e dell’aritmologia di superficie quali Demetrio Sodi-Pallares, Richard Langendorf e soprattutto Leo Schamroth, suo Mentore e Maestro.

Anche per tale motivo a un anno dalla sua scomparsa Oreto è stato ricordato con un Editoriale pubblicato sul Giornale Italiano di Cardiologia (G Satullo: “La ricerca del particolare in elettrocardiografia alla base del metodo analitico-deduttivo di Giuseppe Oreto. I battiti prematuri giunzionali occulti come causa di pseudo-blocco atrioventricolare”. G Ital Cardiol 2024;26(2):80-83). E’ stato ricordato descrivendo il suo metodo che si basa innanzitutto sulla ricerca del particolare (di quel particolare che ai più sfugge) e al successivo “ragionamento” analitico-deduttivo. E per esemplificare tale metodo, nell’Editoriale sono stati riproposti tre casi che Oreto aveva presentato nella sua ultima Lettura al Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia (Roma, dicembre 2019) sugli errori in Cardiologia. Trattavasi di tre casi che a una prima analisi erano stati tutti etichettati come blocco atrio-ventricolare con conseguente indicazione all’impianto di pace-maker. In realtà ricercando quei particolari che erano sfuggiti e contestualizzandoli con il metodo analitico-deduttivo, Oreto era giunto ad altra diagnosi (pseudo-blocco da extrasistolia giunzionale occulta) che non richiedeva l’impianto di pace-maker.

Il carisma scientifico e didattico-formativo di Oreto nell’elettrocardiografia e nell’aritmologia di superficie gli è stato sempre riconosciuto non solo a livello nazionale.
Ne sono testimonianza le centinaia di corsi che si sono svolti ripetutamente in quasi tutte le Regioni italiane e, tra i tanti da Lui scritti, due testi che ancora oggi vengono acquistati e letti ogni anno da centinaia di cardiologi e specializzandi: “I Disordini del ritmo cardiaco” del 1997 e “L’Elettrocardiogramma: un mosaico a 12 tessere” del 2009.
“Non “invisibile” caro Watson, ma “inosservato”.
Lei non sapeva dove guardare, e in tal modo le è sfuggito l’importante”. Sherlock Holmes (Un caso d’identità).
E’ la prima volta che un cardiologo messinese viene ricordato con un Editoriale sul Giornale Italiano di Cardiologia