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Riflessioni

Riflessioni

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di Aldo Di Blasi  

Ha lasciato tutti sgomenti l’efferato recente omicidio del giovane di 16 anni di Pescara trovato morto, più volte accoltellato e scaricato fra le sterpaglie da un gruppetto di minorenni, capeggiati da due ragazzi di 15 e 17 anni, come si direbbe,

se avesse senso, di buona famiglia. La motivazione sarebbe un debito di droga. La punizione estrema, decisa forse per dare un esempio agli altri ragazzini del gruppetto, sembrerebbe premeditata, data la zona isolata prescelta. I due, arrestati a seguito della rivelazione di uno di questi, pare non abbiano compreso la gravità del loro terribile gesto, visto che dopo l’uccisione sono andati a fare il bagno a mare, e soprattutto

per l’atteggiamento freddo e distaccato che hanno mostrato dinanzi agli inquirenti, dopo il loro arresto. Sbigottito il Sindaco della città, secondo cui  bisogna porsi delle  interrogazioni sui limiti e le mancanze della nostra società nei rapporti con i più giovani, che devono essere  sempre costantemente supportati , per prevenire o frenare qualsiasi iniziale segnale di devianza.

Nello stesso periodo, in varie zone d’Italia  la Guardia di Finanza è intervenuta fattivamente ed efficacemente per sgominare, o tentare di farlo, varie bande di organizzazioni criminali, con collegamenti nazionali e internazionali, con sequestri 

di grandi quantitavi di stupefacenti, arresti di trafficanti e spacciatori. Anche Messina è stata definita « crocevia della droga », coi rifornimenti in Calabria e lo spaccio

nei centri nebroidei, oltre che nei già noti centri jonici, con l’utilizzo di moderne strumentazioni sofisticate.

In occasione della Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga,

anche quest’anno varie sono state le iniziative  e i messaggi allarmati in tutto il mondo. Il Segretario dell’ONU ha affermato che “nel mentre  i criminali traggono profitto dalla miseria delle persone, con una produzione della cocaina ai massimi storici e un aumento dei sequestri di metanfetamine di cinque volte e di anfetamine di circa quattro volte nell’ultimo decennio” , è necessario offrire sostegno alle vittime di quella che ha definito una piaga, che abbisogna  di soluzioni politiche supportate da una cooperazione internazionale rafforzata, per frenare il traffico illecito di droga e punire chi ne trae profitto .Ma soprattutto, bisogna investire nella prevenzione.

Anche Papa Francesco è intervenuto sull’argomento nel corso dell’Udienza Generale in Piazza San Pietro. Il pontefice ha ribadito che l’abuso di droga distrugge la voglia di vivere e di contribuire a una società migliore e che la  riduzione della dipendenza non si ottiene con la liberalizzazione delle droghe,che anzi fa aumentare il consumo. La lotta contro i trafficanti di morte, che Egli definisce assassini, pretende un atto

di forte coraggio dalla società per bloccare la spirale di violenza e sofferenza. Ma anche il Papa è convinto soprattutto  della necessità  della prevenzione, educando i giovani ai valori alla legalità e all’amore per se stessi e il prossimo.

In varie città italiane, anche a Messina, sono stati organizzati convegni contro la drogacon interventi di esponenti delle Forze dell’ordine, di magistrati, operatori sanitari e sociali e dirigenti scolastici. Ci si è soffermati sulla piaga, sempre in evoluzione, dell’abuso di nuove sostanze, sempre più micidiali. Tutti concordano che occorre affrontare il fenomeno dell’uso di sostanze stupefacenti coinvolgendo tutte le istanze istituzionali e sociali e soprattutto con la prevenzione.

Fin qui, tutto bene, tutto condivisibile. Tuttavia mi sono tornate alla mente le conclusioni dalla “Seconda Conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope e sull’alcoldipendenza, tenutasi a Napoli nel lontano 1997. Ho voluto pertanto rileggere il corposo volume degli Atti conservato nella Biblioteca “Stillone Valentini” della LAM. Da quanto ho riletto, da allora non mi è sembrato sia cambiato molto, se non il numero dei morti per droghe e delle famiglie distrutte e dei reati connessi. Gli argomenti sono sempre gli stessi trattati e sviscerati allora: politiche di prevenzione, le famiglie, la scuola, la rete integrata di servizi, pubblici e privati, il volontariato, le strategie di riduzione del danno, i problemi carcerari, le droghe “leggere”, il diffondersi di nuove droghe, il ruolo dei media, la lotta al traffico. Nulla di nuovo sotto il sole!

Appare quindi  condivisibile quanto espresso dalla Presidente del Consiglio nella stessa Giornata: “ negli ultimi anni attorno a questa scadenza sostanzialmente c’è stata soprattutto indifferenza”. Ha definito  “un’indignazione a intermittenza”  quella che insorge quando avviene una tragedia, come quella dell’assassinio del giovane di Pesaro, senza fare approfondite riflessioni sulle cause,  collegate alla droga, cioè la dipendenza, che ormai molti considerano come un fenomeno inevitabile, da tollerare e con cui giocoforza conviverci. Di chi la colpa dell’abbassamento dell’età media fra i consumatori  giovanissimi di sostanze oggi sempre più aggressive, criminalmente fabbricate in laboratori anche artigianali,

per favorirne la diffusione a buon mercato? di chi la colpa del grandissimo numero di giovani dediti all’alcol? di chi la colpa, stando alle inchieste  de “Le Iene”, se

il porto di Gioia Tauro pare sia al servizio delle multinazionali del traffico e sia diventato un grande centro di smistamento di cocaina? a chi attribuire la colpa dell’abbassamento della guardia nei confronti dell’abuso delle cosiddette “droghe leggere”, da molti ritenute innocue se non addirittura curative? di chi la colpa della mitizzazione e dell’emulazione delle star dello spettacolo che fanno uso di droghe?

La speranza è che abbia finalmente termine  “ la stagione dell’indifferenza, della sottovalutazione, della normalizzazione, del lassismo, del disinteresse” e, aggiungo, delle ipocrite ideologizzazioni,  e  che lo Stato in tutte le sue componenti decida una volta per tutte di combattere con fermezza il fenomeno che in atto sembra essere fuori controllo e inarrestabile, come se fosse condotto da un demiurgo implacabile con l’obiettivo di distruggere dalle fondamenta la nostra società e i nostri valori.