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Il nostro sistema immunitario è in grado di riconoscere rapidamente il nemico, per noi è più difficile riconoscerlo sul territorio perché sappiamo che il paziente infetto spesso è asintomatico ma infettivo (non riconoscibile), quindi sappiamo che partiremo un po’ in ritardo, per recuperare dobbiamo essere in grado di riconoscerlo (fare il tampone) ai primi sintomi, al primo sospetto che possa trattarsi di un paziente infetto.
Dobbiamo anche essere capaci di cercarlo e per fare questo dobbiamo sapere come e dove cercarlo; sarà meglio cercarlo nelle categorie a rischio, quelle che hanno più contatti e quelle che possono più facilmente trasmettere il virus, quindi va avviata una ricerca mediante screening sierologico di massa, o mediante tampone o entrambi.
Si tratta di avviare test su alcune categorie come medici infermieri e personale sanitario ausiliario, su forze dell’ordine, su volontariato, su addetti ai trasporti, su personale di servizi vari quali servizi di ristorazione, vendita di prodotti alimentari etc etc.
Abbiamo fatto il primo passo nella costruzione di un sistema di difesa, siamo in grado di Trovare perché abbiamo un sistema in grado di Testare efficacemente nel territorio i possibili o probabili pazienti infettivi.
I pazienti positivi al test dovranno essere posti in isolamento/quarantena, curati se sintomatici, sottoposti a nuovo test alla fine della quarantena se asintomatici. I pazienti con sintomi evocativi per il Covid, ma negativi al test dovranno comunque rimanere in isolamento/quarantena ed essere sottoposti a nuovo test alla fine della quarantena.
Tracciare, cioè ricercare i possibili contatti è la seconda fase, dobbiamo ricostruire insieme al paziente quali sono stati i suoi contatti negli ultimi 15gg, si tratta di una operazione possibile, sicuramente molti contatti (i più occasionali) sfuggiranno, ma la gran parte dei contatti più importanti potranno essere rintracciati.
I Tracciati dovranno restare in isolamento in attesa del risultato del Tampone, se questo sarà positivo, dovranno anch’essi sottoporsi a tampone, chi risulterà positivo dovrà mantenersi in isolamento/quarantena, chi sarà negativo verrà consigliato di mantenere il distanziamento sociale in modo più rigido ed avvertire il sistema sanitario in caso di comparsa di sintomi.
Il Tracciare è una parte fondamentale perché consente di interrompere la linea del contagio, meno contagiati in giro = meno diffusione della malattia.
Trattare, e qui si entra in un campo molto delicato: Trattare vuol dire curare al meglio delle nostre possibilità e conoscenze e non, come è stato fatto sin ora tenere i pazienti a casa con la tachipirina come unica cura e ricoverare in caso di aggravamento.
Sappiamo tutti che la tachipirina non è una cura, è solo un antifebbrile, i nostri pazienti sono stati fin ora solo parcheggiati a casa in attesa che la malattia facesse il suo corso più o meno grave, tuttavia i medici di famiglia, lasciati a se stessi e senza alcuna protezione, né informazione specifica non hanno potuto fare altro e si sono limitati a segnalare i casi e cercare di ottenere il ricovero per quella parte dei loro pazienti che presentava complicanze.
Tutti noi sappiamo bene che in realtà, specialmente nelle regioni a più alta intensità epidemica, molti pazienti e specialmente anziani, sono stati mantenuti alle “cure domiciliari” fino alla morte per mancanza di posti letto in ospedale e per incapacità del sistema di approntare un efficace sistema di cure extraospedaliere.
Tutti noi sappiamo che in realtà è stato spesso difficile ottenere i tamponi per i nostri pazienti e che spesso sono stato fatti con molti giorni di ritardo ed i risultati talvolta sono stati trasmessi dopo varie settimane.
Credo che sia ben chiaro che il sistema di cura domiciliare o meglio abbandono domiciliare, è un sistema che è stato adottato in una condizione di emergenza e che non è la scelta corretta perché di fatto abbandona il paziente senza alcuna cura efficace, perché espone grandemente i familiari al rischio epidemico, infine perché di fatto sovraccarica anche gli ospedali.
Oggi è possibile e doveroso trattare correttamente i pazienti fin dalle fasi iniziali, esistono dei protocolli, anche se non ancora delle linee guida, di trattamento che sono condivisi in molti ospedali e che hanno ottenuto dei risultati incoraggianti, sono
trattamenti che riducono in modo importante la gravità e l’evoluzione della malattia e pertanto oltre a consentire una evoluzione più benigna, quindi a far stare meglio i pazienti, permettono che un minor numero di pazienti presenti complicanze importanti che necessitano di ricovero ospedaliero.
Si tratta di un passaggio importante bisogna capire che un sistema efficace di cure extraospedaliere consente di evitare un alto numero di contagi nelle famiglie dei positivi, consente di curare in modo efficace fin dalla prima fase della malattia, consente di ridurre notevolmente il fabbisogno di posti letto ospedalieri.
La soluzione dell’utilizzo delle RSA (residenze sanitarie assistenziali) come è avvenuto in una condizione di emergenza, in Lombardia si è rivelato il più grosso disastro della sanità Lombarda, e non è proponibile visto che si tratta di strutture sanitarie riservate in gran parte a pazienti anziani affetti da malattie croniche.
Ritengo che, vista la mancanza di una rete assistenziale extraospedaliera anche sul nostro territorio, andrebbe presa in seria considerazione l’utilizzo di strutture alberghiere, si tratta infatti di strutture che rimangono inutilizzate, diffuse su tutto il territorio e con caratteristiche idonee all’isolamento di singoli pazienti o di gruppi familiari.
Rispetto all’isolamento domiciliare presentano oltre ai vantaggi sopra indicati, anche il vantaggio di poter avere concentrati in un unico sito tutti i pazienti asintomatici e poco sintomatici e quindi una grande facilità di controllo e cura rispetto alla dispersione sul territorio di altrettanti pazienti.
Infine Trattare vuol dire avere anche una rete ospedaliera strutturata con ospedali dedicati, Ospedale Covid, perché credo che abbiamo imparato che i percorsi e gli ambienti devono essere separati rispetto agli altri ambienti di cura, ed avere un potenziamento dei posti letto in malattia infettiva e in rianimazione , il potenziamento di queste strutture deve essere proporzionato alla attesa di possibili pazienti, ma credo che sia ormai evidente che tanto più saremo capaci di Trovare e Tracciare tanto meno crescerà la curva epidemica, tanto più saremo in grado di trattare efficacemente nelle prime fasi della malattia tanto meno avremo bisogno di posti letto ospedalieri e di terapia intensiva.
Nel prossimo articolo vorrei provare ad indicare concretamente come costruire questa rete di prevenzione/immunità regionale, si tratta di una rete semplice ma che deve essere dimensionata sulle esigenze del territorio, una rete agile e modulare,
come il sistema immunitario, che si può spostare sul territorio in base alle esigenze ed alle fasi dell’epidemia, infine una rete non costosa ma al contrario una rete che ci consentirà di risparmiare molte vite umane , ridurre la gravità dell’epidemia, risparmiare molti posti letto ospedalieri, risparmiare una possibile grave crisi sociale per la Sicilia.
Vorrei precisare che quanto scritto nel 1° e nel 2° articolo non é una esercitazione letteraria, ma un invito serio a capire e sopratutto a prendere responsabilmente una posizione attiva, perchè, se si ritiene condivisibile quanto esposto, diventa fondamentale assumere delle posizioni forti e responsabili.
Io credo che la Classe Medica ha delle precise responsabilità sia verso la popolazione che verso le Istituzioni e deve fare sentire con forza la sua voce attraverso gli Ordini Provinciali, attraverso gli Atenei, gli Ospedali e deve incidere profondamente con la sua capacità di indirizzo sulle scelte organizzative da prendere a livello Regionale e Nazionale.