La testata digitale dell'OMCeO Messina
 
Salute anche nei bambini, l’obesità peggiora la salute del cervello

Salute anche nei bambini, l’obesità peggiora la salute del cervello

Views: 11

L’obesità infantile incide non solo sulla salute fisica dei ragazzi ma anche su quella del cervello, che presenta alterazioni collegate al funzionamento cognitivo.

Diversi studi, in passato, hanno indagato sulla correlazione tra obesità e cervelloUno del 2019 ha ipotizzato un collegamento tra l’abbondanza di massa grassa (soprattutto quella concentrata sulla pancia) e una riduzione del volume cerebrale; un altro ha osservato nel cervello degli adulti obesi una sensibile riduzione di sostanza bianca: in pratica una sorta di invecchiamento precoce del cervello.

Esiste anche un’associazione tra obesità infantile e cervello? Un team di ricercatori della Yale School of Medicine di New Haven (Connecticut), utilizzando i dati della risonanza magnetica funzionale di un ampio studio a lungo termine sullo sviluppo e sulla salute del cervello dei bambini negli Stati Uniti, ha scoperto evidenti alterazioni in quello di bambini obesi e in sovrappeso.

In particolare, la ricerca si è focalizzata sui preadolescenti, dimostrando che l’aumento dell’Indice di massa corporea non peggiora – come è noto – soltanto la loro salute fisica, ma anche quella del loro cervello, con conseguenze evidenti nel funzionamento cognitivo e nel rendimento scolastico.

DATI PRELIMINARI. Lo studio – Adolescent Brain Cognitive Development (ABCD) – ha incluso 11.878 bambini di età compresa tra 9 e 10 anni provenienti da 21 località degli Stati Uniti. Dopo aver escluso quelli con disturbi alimentari, disturbi del neurosviluppo e psichiatriche, lesioni cerebrali, il team universitario ha sottoposto a risonanza magnetica funzionale (o fMRI) 5.169 bambini (51,9% femmine) nei quali i tassi di sovrappeso e obesità erano rispettivamente del 21% e del 17,6%.

SVILUPPO DELLE AREE CEREBRALI. Valutando i risultati delle scansioni cerebrali, i ricercatori hanno osservato una significativa compromissione dell’integrità della sostanza bianca, l’insieme di fasci di fibre nervose che collegano le varie aree cerebrali: le aree sofferenti includevano la materia bianca del corpo calloso, il principale connettore tra i due emisferi del cervello, e tratti all’interno degli emisferi che collegano i lobi del cervello.

Inoltre, hanno riscontrato un assottigliamento della corteccia cerebrale – lo strato più esterno del cervello, la sostanza grigia che forma lo strato superficiale degli emisferi cerebrali, costituita essenzialmente da cellule nervose – che viene associata a funzioni esecutive compromesse.

«Ci aspettavamo la diminuzione dello spessore corticale tra i bambini obesi e in sovrappeso, poiché questo era stato riscontrato in precedenza in campioni più piccoli dello studio», ha detto Kaltenhauser, a capo del team di studiosi. «Tuttavia, siamo rimasti sorpresi dall’entità della compromissione della sostanza bianca. Ed è sorprendente che questi cambiamenti siano visibili fin dall’infanzia.

Ora sarebbe utile proseguire le indagini seguendo i ragazzi nella crescita per arrivare all’adolescenza».

ALLARME ANCHE IN ITALIA. Vale sempre la pena ribadirlo: l’obesità è un grande problema di salute pubblica nel mondo perché rappresenta un serio fattore di rischio per malattie croniche quali ipertensione, diabete mellito di tipo 2, alcune forme di tumori e non solo. E l’allarme preoccupa ancora di più perché sono in aumento i bambini e gli adolescenti in sovrappeso e obesi.

Negli Stati Uniti l’obesità infantile è una preoccupazione crescente: secondo i Centers for Disease Control and Prevention, circa un bambino americano su cinque è obeso.

E tra i Paesi europei, l’Italia è quello con il più alto tasso di obesità infantile: secondo l’ultimo report di OKkio alla Salute del Ministero della Salute, su un campione di 50mila bambini di terza elementare, il 20,4% è in sovrappeso e il 9,4% è obeso. 

SI INIZIA DALLA FAMIGLIA. Insomma, l’allarme obesità infantile nel nostro Paese non si arresta, complice anche la pandemia da CoVID-19 che ha costretto alla sedentarietà i bambini rimasti a casa da scuola e allontanati dalle attività sportive di squadra.

Come sempre, la palla passa alla famiglia e agli educatori: siamo il Paese della dieta mediterranea, considerata una delle migliori al mondo per nutrirsi in modo sano ed equilibrato – non per niente Patrimonio dell’Unesco. Lasciamo dunque al supermercato merendine, dolcetti e bibite zuccherate, e insegniamo (almeno) ai nostri ragazzi a mangiare bene.

(Focus: www.focus.it)