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San Camillo Patrono della Sanità Militare

San Camillo Patrono della Sanità Militare

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di Angelo Petrungaro

Nella ricorrenza di San Camillo, patrono della Sanità Militare, il Presidente della Sezione provinciale di Messina dell’ANSMI, Gr. Uff. Dr. Angelo Petrungaro, lo ha ricordato alle Dame e ai Soci del Sodalizio.

San Camillo de Lellis, fondatore dei Chierici regolari ministri degli infermi, i cosiddetti Camilliani, il quale, nato il 25 Maggio 1550 e morto il 14 Luglio 1614, è stato proclamato Santo da Papa Benedetto XIV più di un secolo dopo nel 1746 ed è patrono universale dei malati, degli infermi e degli Ospedali, nonché della Regione Abbruzzo sua terra natale e della Sanita Militare visto il suo avvio alla carriera militare da parte del padre.

Il Presidente, nell’occasione, ha ricordato gli operatori di Sanità Militare: Ufficiali medici, Farmacisti, Sottufficiali, Graduati e Militi animati tutti dal motto “ Fratribus ut vitam servares”.

La storia testimonia numerosi atti di eroismo compiuti nell’ambito della Sanità Militare come quelli messi in atto dai Tenenti medici Giovanni Vablais e Italo Veronese sul fronte settentrionale africano. Ferito il primo alle gambe e al ventre continuò ad assistere i feriti trascinandosi di buca in buca; ferito il secondo per ben tre volte, non esitò e prendersi cura dei feriti che si accumulavano nelle buche intorno al posto di medicazione.

Tutto questo sulla “sabbia rovente del Sahara”. La stessa cosa succedeva sulle nevi della Russia come racconta il Tenente medico Medaglia d’oro al VM Enrico Reginato del Battaglione Alpini Sciatori “Monte Cervino” che operò nei Campi di prigionia in Russia mettendo in atto il pensiero di Ferdinando Palasciano: “La mia missione di medico è troppo più sacra del mio dovere di soldato”. Nella motivazione della Medaglia d’oro si legge; “Ufficiale medico di Battaglione alpino già distintosi per attaccamento al dovere e noncuranza del pericolo sul campo di battaglia, per altre undici anni di prigionia fu, quale medico, apostolo della sua umanitaria missione”.

La Repubblica Federale di Germania conferì al Tenente medico Enrico Reginato la Croce al merito di 1^ classe per aver curato i prigionieri di guerra nell’Ospedale Centrale dei Campi di concentramento di Kiev.

Inoltre da parte del Presidente della Romania gli fu conferito il grado di Cavaliere dell’Ordine della Stella di Romania “per gli atti di devozione e umanitarismo compiuti durante la 2^ Guerra Mondiale salvando la vita e alleviando le sofferenze dei militari romeni caduti prigionieri dell’Unione Sovietica”.

Tornando al Santo Patrono della Sanità, non si può non ricordare il Cappellano Militare Medaglia d’oro al VM Don Giovanni Brevi che, nel proprio comportamento ne seguì molto da vicino l’esempio in senso spirituale e sanitario. Egli, che era stato missionario in Africa, resistette all’indottrinamento ideologico cui fu sottoposto dalle truppe sovietiche al fine di fargli abiurare la fede e la Patria. La controffensiva dei Sovietici verso le truppe italiane, schierate nella zona del Don, fu tale che esse furono costrette a ritirarsi lungo la gelida stappa.

Era il Dicembre 1942.

Infatti dal Gennaio 1943 cominciò la prigionia per le truppe italiane e quella del Cappellano Don Giovanni Brevi durò dal Gennaio 1943 al Gennaio 1954.