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Scudo penale per i professionisti sanitari, la Fnomceo chiede la proroga. Mozione dei 106 presidenti del Consiglio nazionale, la scadenza prevista per il 31 dicembre

Scudo penale per i professionisti sanitari, la Fnomceo chiede la proroga. Mozione dei 106 presidenti del Consiglio nazionale, la scadenza prevista per il 31 dicembre

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Una proroga urgente dello “scudo penale” per i medici e gli altri professionisti sanitari.

A chiederla, in vista della scadenza del 31 dicembre – e nelle more di una revisione organica della disciplina sulle responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie – il Consiglio nazionale della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, composto dai 106 presidenti degli Ordini e riunito oggi per via telematica.

Il Consiglio nazionale della Fnomceo, in una mozione, esprime infatti preoccupazione per la prossima scadenza della norma che estendeva lo “scudo penale” – vale a dire la limitazione della punibilità ai soli casi di colpa grave – già previsto nel 2021 per il Covid, anche ai fatti commessi in situazioni di grave carenza di personale. E ciò tenendo conto  delle condizioni di lavoro dell’esercente la professione sanitaria, dell’entità delle risorse umane, materiali e finanziarie concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare, del contesto organizzativo in cui i fatti sono commessi nonché del minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato.

Condizioni queste che, rileva sempre il Consiglio nazionale, si sono nel frattempo ulteriormente aggravate. Determinando “una crescente difficoltà nella pratica professionale, in termini di carichi lavorativi difficilmente sostenibili e di pesante cumulo di responsabilità, di cui i medici devono farsi carico per garantire ai cittadini un Servizio Sanitario Nazionale al quale vengono rivolte crescenti aspettative e che, grazie all’impegno della categoria, continua a produrre in carenza di risorse, rilevanti risultati di salute”.

A questo si aggiunge il contenzioso penale che, “spesso irragionevole e ai limiti della temerarietà”, oltre a determinare un sovraccarico all’apparato giudiziario, demotiva i sanitari, sottoposti a lunghi percorsi di giudizio, che nel 97% dei casi finiscono con un’assoluzione ma che in ogni caso comportano spese e irrimediabili danni reputazionali.

“Un ritorno al testo originale della legge 8 marzo 2017 n. 24 – sottolineano ancora i Presidenti del Consiglio nazionale – aggraverebbe una situazione già difficilmente sostenibile, ingenerando una fuga dei sanitari dalle attività più esposte ai contenziosi e, al tempo stesso, più rilevanti per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale”.

Né ci possono essere i tempi tecnici perché il riassetto definitivo della materia, cui sta lavorando la Commissione D’Ippolito che ha espresso le prime indicazioni, possa trovare compimento entro fine anno.

Da qui la richiesta “con forza e in modo unanime” di una proroga del termine del 31 dicembre per lo “scudo penale”. E questo “nel primario interesse della sostenibilità del SSN, che si fonda sull’impegno dei medici, ai quali lo Stato ha il dovere di garantire sicurezza e certezze, creando le

condizioni per evitare scenari di medicina difensiva, dannosi per la salute dei cittadini, prima

ancora che gravosi sotto il profilo dell’impegno delle risorse”.

Ufficio Stampa Fnomceo