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La stenosi valvolare aortica è la malattia più comune delle valvole cardiache negli adulti, la cui prevalenza cresce con l’aumentare dell’età. L’impianto transcatetere della valvola aortica – TAVI – rappresenta l’unica tecnica interventistica percutanea mini-invasiva per il trattamento della stenosi valvolare aortica (AS), e ha contributo sensibilmente ad espandere l’offerta di cura per i pazienti affetti da questa patologia. Tuttavia, ancora un terzo dei pazienti non ha accesso a questa procedura per diverse cause, tra le quali la mancata applicazione delle raccomandazioni internazionali, le significative disparità territoriali e la frammentazione a livello regionale del Sistema Sanitario Nazionale.
È su queste e molte altre tematiche che si concentra il Tavolo di lavoro multisciplinare “TAVI tra Innovazione e sostenibilità”, organizzato da GISE – Società Italiana di Cardiologia Interventistica, in collaborazione con SIC – Società Italiana di Cardiologia, SICCH – Società Italiana di Chirurgia Cardiaca, e con il contributo non condizionato di Medtronic, nell’ambito della campagna di informazione TAVI è Vita (Napoli, Hotel Royal Continental). L’incontro vede il coinvolgimento di rappresentanti istituzionali tra cui Enrico Coscioni (Presidente Agenas), Ugo Trama (Responsabile delle Politiche del Farmaco della Regione Campani), Antonio Postiglione (Direttore Generale Assistenza Ospedaliera della Regione Campania), Giuseppe Longo (Direttore Generale dell’AOU Federico II) e stakeholder del settore, nazionali e regionali, per discutere e mettere a confronto le diverse esperienze nell’ambito della TAVI, identificare percorsi ad hoc che ne permettano l’adozione in maniera più estesa, con una conseguente riduzione del consumo di risorse economiche in un’ottica di sostenibilità del sistema ospedaliero e sanitario.
“La TAVI rappresenta una modalità di scelta per il trattamento di un’ampia fetta di pazienti con stenosi aortica severa; si caratterizza per la minore invasività, l’ospedalizzazione più breve e un più rapido recupero e ritorno alle normali attività quotidiane rispetto all’intervento di chirurgia tradizionale. Tuttavia, la procedura è ancora sottoutilizzata” – sottolinea Giovanni Esposito, Presidente GISE. “Il nostro intento è quello di dialogare con le Istituzioni e collaborare alla ricerca di soluzioni alle barriere che attualmente ostacolano la diffusione della TAVI sul territorio nazionale con l’obiettivo di rispondere ai bisogni di una proporzione sempre maggiore di cittadini. La risposta obbligata sta nell’organizzazione di servizi in reti ‘tempo-dipendenti’, che favoriscano la comunicazione tra medico di medicina generale, cardiologo del territorio e specialisti dei centri di riferimento. È fondamentale assicurare una corretta e immediata presa in carico del paziente che, per gravità e caratteristiche della patologia, deve avvenire in tempi brevi e nel luogo di cura più appropriato”.
“È necessario continuare a implementare il modello delle reti tempo-dipendenti, diventato una realtà ormai consolidata in quasi tutte le Regioni” – dichiara Enrico Coscioni, Presidente di AGENAS. “Al fine di assicurare la corretta presa in carico del paziente cardiologico lungo tutto il suo percorso di cura dalla gestione dell’emergenza in pronto soccorso fino alla fine della riabilitazione. Anche il nuovo assetto della sanità territoriale previsto dal PNRR Missione Salute, su cui AGENAS è impegnata per l’attuazione degli interventi quale tramite del Ministero della Salute, dovrà essere un punto di riferimento continuativo per la presa in carico dei pazienti con cronicità, come appunto quelli affetti da patologie cardiovascolari. Infine, è nostra mission come Agenzia della sanità digitale, assicurare e sviluppare la diffusione dei servizi ad alto impatto tecnologico in modo equo e omogeneo su tutto il territorio nazionale.”
Attualmente il 3.4% della popolazione italiana con età ≥75 anni è affetto da stenosi valvolare aortica severa. Nonostante la crescita esponenziale della domanda di salute, in Italia la terapia TAVI è ancora sottoutilizzata, infatti, la media nazionale si attesta solo al 40% con differenze regionali rilevanti. Nel 2021 in Italia sono stati eseguiti con la TAVI 9.911 interventi. Tra le regioni con maggior utilizzo delle tecniche mini-invasive troviamo la Campania – insieme a Lombardia (1.975), Veneto (984) e Emilia-Romagna (941) – che nell’utimo anno ha effettuato 925 interventi TAVI, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente.