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Sviluppo ed utilizzo degli ambienti multisensoriali nelle patologie neuropsichiatriche

Sviluppo ed utilizzo degli ambienti multisensoriali nelle patologie neuropsichiatriche

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di Monica Di Stefano

In questi ultimi 10 anni, in Italia si è sviluppato progressivamente l’utilizzo, in strutture private,pubbliche,residenziali,ambulatoriali e scuole, di ambienti multisensoriali (MSE o Multi Sensory Environment) per la riabilitazione neuropsichiatrica. Tra gli ambienti multisensoriali, i piu’ conosciuti sono le “stanze Snoezelen” il cui termine nasce dalla fusione di due verbi olandesi,“Snuffelen” che significa esplorare e “Doezelen”ovvero rilassare. Gli MSE Snoezelen, sono stanze specificamente allestite dove i pazienti sperimentano una serie di stimoli visivi, uditivi, olfattori e tattili , modulabili. L’approccio Snoezelen si è sviluppato negli anni ‘70 in Olanda nel campo delle disabilità intellettive ed è stato descritto per la prima volta da Jan Hulsegge e Ad Verheul, terapisti della riabilitazione che realizzarono la prima stanza sensoriale sperimentale dotata di:un ventilatore che soffiava stringhe di plastica, inchiostro misto ad acqua proiettato su uno schermo,strumenti musicali,oggetti tattili,bottiglie profumate e saponi,cibi aromatizzati. L’esperimento ebbe un grande successo, soprattutto nei pazienti più gravi con un feedback positivo nella comunicazione verbale e non.

Teorie

Nel tempo, sono state formulate diverse teorie sulle modalità di funzionamento del metodo di stimolazione multisensoriale,in particolare nei confronti di soggetti con handicap multipli. La ricerca, negli anni ’60, mostrava come una restrizione prolungata o frequente di stimolazioni poteva portare a conseguenze negative per gli individui (Zuckerman, 1964). Molti centri di riabilitazione per soggetti con demenza o deficit cognitivi possono essere non stimolanti od offrire stimoli monotoni, senza variazione. Le compromissioni fisica, sensoriale e cognitiva inoltre riducono la quantità di stimoli significativi che un individuo può recepire. Stimolazioni specifiche dei sensi primari in un ambiente che escluda tutte le stimolazioni estranee rendono la percezione e l’interpretazione di queste sensazioni più facile per i pazienti e alleviano gli effetti di tale deprivazione. La stimolazione può poi essere adattata in base alle esigenze di ogni individuo rendendo quindi l’esperienza sempre più appropriata e positiva.

Il tipo di stanza multisensoriale più diffuso è “la stanza bianca”, dotata di pareti color pastello per ottimizzare gli effetti luminosi ed escludere luci estranee. Essa rappresenta una sorta di “modello base” a cui si possono aggiungere suoni, musica e diffusori di aromi. L’attrezzatura di base della stanza multisensoriale attualmente prevede: un tubo a bolle,un tubo di luce,fibre ottiche ,un proiettore,una tenda a “cielo stellato”,specchi,una parete con suoni e luci,una poltrona vibrante musicale o un letto ad acqua,un diffusore di aromi.Tali effetti possono essere usati da soli o combinati insieme .

Le stanze Snoezelen sono adatte ad ogni età e a vari tipi di disabilità (Ritardo mentale di vario grado,Patologie psichiatriche,Disturbo da stress post-traumatico,Disturbo pervasivo dello sviluppo,Paralisi cerebrale infantile,Cure palliative nei malati terminali,Esiti di ictus e trauma cranico,Demenza,Prevenzione del burn-out).

L’esperienza in ambienti multisensoriali determina miglioramenti nell’area della motivazione,della concentrazione,dell’interazione comunicativa e del comportamento.

Modalita’ di utilizzo

La realizzazione di un’ attività secondo l’approccio Snoezelen implica che l’operatore(educatore professionale, fisioterapista, psicomotricista, logopedista, pedagogista),formato sugli MSE, abbia delle conoscenze specialistiche sui pazienti di cui si occupa ed una relazione empatica con essi,prepari lo spazio in maniera appropriata per accogliere il soggetto,valuti i bisogni dell’utente durante la seduta,segua le sue iniziative e faccia proposte adeguate.

Criticita’

La sperimentazione delle stanze multisensoriali incontra ,però, molti ostacoli a causa della grande eterogeneità di dati esistente in letteratura riguardo : il campione e la tipologia di utenti , il protocollo, le griglie di rilevazione utilizzate, la durata di ciascuna seduta e la tipologia (sedute individuali/di gruppo).

Le variabili che hanno rilevanza per valutare gli effetti degli MSE sono:Qualità e quantità di interazioni visive tra il soggetto e altri soggetti o gli oggetti,di contatti fisici con soggetti od oggetti,di attività ricercate attivamente dal soggetto in seduta,di iniziative comunicative e di coinvolgimento;modificazioni nell’attenzione condivisa,iniziative per agire/comunicare,comunicazione,tono dell’umore,livelli di agitazione,comportamenti “problematici”,Tempi di rilassamento,atteggiamento nei confronti dell’operatore,modificazioni della postura/movimento,modificazioni espressione del volto/mimica.

IL PROGETTO “STANZA SNOEZELEN” AL CENTRO DISMED

A Messina, dal Settembre 2019, presso il Centro accreditato Dismed Onlus, per la cura e riabilitazione di patologie neuropsichiatriche dell’età evolutiva e degli adulti, per volontà del Presidente Prof. Filippo Livio e del Direttore Amministrativo, Dott. Vincenzo Farruggio, è attiva una sala Snoezelen intitolata a un paziente (Sergio Granei) deceduto nell’estate 2018: “la stanza di Sergio”.Il progetto della stanza,avviato nell’autunno 2018,è stato cosi’ articolato :

1) attività divulgativa sugli MSE per le famiglie degli utenti ,

2) attività formativa nei confronti del personale(Acquisizione, da parte di alcuni operatori del Centro, di certificazione ISNA -www.isna.ch –International Snoezelen Association presso Centro accreditato in Svizzera-www.centrosferabianca.com),

3)avvio di studio pilota su un campione limitato di utenti del Centro (minori e adulti). A ogni paziente è stata applicata una scala di valutazione del comportamento (C.B.C.L. di Achenbach) ed è stata effettuata videoanalisi di ogni seduta in sala , per 3 mesi. I dati sono stati registrati in versione tradotta della S.A.S. o Snoezelen Assessment Scale – www.worldwidesnoezelen.nl. Dallo studio pilota sono emersi i seguenti risultati positivi:facilitazione del rilassamento,incremento della motivazione,incremento dell’intenzionalità comunicativa verbale e non,significativo incremento della focalizzazione attentiva, riduzione delle stereotipie.

Dall’Ottobre 2019 si è avviata una piu’ ampia e articolata sperimentazione della stanza, tutt’ora in corso.

Inoltre, il centro ha avviato un ciclo di attività in MSE dedicate al personale per la prevenzione del burn-out.

Infine, per utenti del centro a domicilio, è in partenza il progetto “Snoezelen in a bag”, che prevede l’uso di kit multisensoriali mobili per ricreare a casa dei pazienti un MSE.

La riflessione che emerge dalla positiva esperienza della stanza Snoezelen al Centro Dismed di Messina, è che gli MSE possono rappresentare un’ interessante opportunità di integrazione alle tecniche riabilitative “classiche” per diverse patologie neuropsichiatriche

dell’adulto e del minore poiché,in quanto “ambienti facilitatori”,predispongono il paziente ad interazioni positive all’interno del setting riabilitativo.

 

Dott.ssa Monica Di Stefano

Medico Specialista in Neuropsichiatria Infantile

Aiuto Dirigente Medico

Responsabile Progetto Snoezelen

Centro Dismed Onlus – Messina

 

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