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Dieci anni al fianco dei pazienti con tumore: Takeda Italia, alla vigilia della Giornata della consapevolezza sul linfoma, che si celebra il 15 settembre in tutto il mondo, ribadisce il suo impegno nell’area dell’oncologia e dell’oncoematologia, in occasione del decennale della costituzione della Divisione di Oncologia nel nostro Paese. Una presenza, quella di Takeda in Oncologia, già attiva prima del 2012, ma che con la nascita di una Divisione dedicata si è andata consolidando di giorno in giorno e che oggi vede l’Azienda al fianco di operatori e istituzioni per assicurare ai pazienti oncologici il migliore percorso di cura, rendendo disponibili in tempi rapidi le soluzioni terapeutiche più innovative e lavorando per garantire equità nell’accesso alle cure più appropriate.
Un decennio importante per Takeda, durante il quale l’Azienda ha confermato il suo impegno, a partire proprio dall’oncoematologia: dal 2012, infatti, è disponibile in Italia brentuximab vedotin, anticorpo monoclonale anti-CD30 coniugato a farmaco, per il trattamento dei pazienti adulti affetti da linfoma di Hodgkin CD30+ recidivante o refrattario e per il trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma anaplastico a grandi cellule sistemico recidivante o refrattario. Un farmaco che ha cambiato non solo la pratica clinica, ma soprattutto la storia naturale di una neoplasia ematologica come il linfoma di Hodgkin, che colpisce i giovani adulti, restituendo loro prospettive di sopravvivenza.
Nel 2020 poi Takeda fa il suo ingresso nell’area del tumore del polmone, rendendo disponibile per i pazienti brigatinib, un inibitore della tirosin-chinasi di nuova generazione, indicato nel trattamento di prima linea del tumore del polmone non a piccole cellule ALK positivo.
“Soddisfare le esigenze uniche dei pazienti è ciò che guida la Ricerca e il nostro lavoro quotidiano con la comunità oncologica – dichiara Anna Maria Bencini, Oncology Country Head, Takeda Italia – il nostro impegno primario è rivolto alle terapie innovative in grado di trasformare la vita delle persone, cercando di liberare il potenziale dell’innovazione. Ma c’è di più. Vogliamo contribuire a curare il cancro andando oltre la terapia, con iniziative che supportino pazienti e caregiver attraverso un approccio ad ampio raggio: non solo la malattia, ma anche il contesto socio-assistenziale e organizzativo, il loro vissuto e la loro psiche”.
Takeda mette oggi a disposizione dei pazienti trattamenti per patologie oncologiche, come il carcinoma polmonare, quello prostatico, quello mammario e il linfoma di Hodgkin, e per tumori rari, come il mieloma multiplo, l’osteosarcoma e il linfoma anaplastico sistemico a grandi cellule. Un impegno in oncologia che però guarda lontano con investimenti in Ricerca che si concentrano su quei pazienti per i quali ci sono pochi o inadeguati trattamenti terapeutici.
“C’è molto fermento a livello globale, dove la ricerca clinica di Takeda si concentra sia su tumori ematologici, come i mielomi e i linfomi, sia su tumori solidi come il tumore del polmone oncogene addicted – spiega Alessandra Fionda, Head of Medical Affairs, Oncology, Takeda Italia – la nostra pipeline ha un focus sull’immuno-oncologia, approccio che si basa sui meccanismi dell’immuno-sorveglianza esercitata dal nostro sistema immunitario per contrastare la presenza del tumore. È nota, infatti, la capacità della cellula tumorale di attuare sofisticati meccanismi biologici per rendersi non riconoscibile dal sistema immunitario, eludendo i fisiologici sistemi di difesa dell’organismo. La risposta della nostra ricerca è lo sviluppo di farmaci innovativi dotati di ‘ingegnosi’ meccanismi di azione volti a restituire al sistema immunitario la capacità di riconoscere le cellule tumorali e di innescare fenomeni biologici che ne determinano la morte”.