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BMonaco: “Bene le proposte di legge Loizzo e Quartini, colmano vuoto normativo. Fondamentale la formazione dei professionisti”
Bene le proposte di legge Loizzo e Quartini, che vogliono disciplinare la materia delle terapie digitali, colmando il vuoto normativo del nostro Paese. Particolare attenzione va posta alla validazione di tali terapie dal punto di vista scientifico, alla garanzia di un’equità d’accesso su tutto il territorio nazionale, alla formazione dei medici, degli altri professionisti sanitari e dei pazienti.
Parola di Roberto Monaco, che, in qualità di Segretario, ha rappresentato la FNOMCeO – la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri – ascoltata questo pomeriggio alla Camera, presso la XII Commissione Affari sociali, in audizione sulle due proposte di legge che riguardano, appunto, le terapie digitali. Vale a dire, trattamenti di nuova generazione, internazionalmente noti anche come «digital therapeutics» (DTx), che consistono in interventi realizzati attraverso l’uso di programmi software, volti a migliorare i risultati clinici al pari di un trattamento farmacologico. Si tratta di veri e propri interventi terapeutici che possono assumere la forma di applicazioni, videogiochi, siti internet o, addirittura, dispositivi indossabili.
“In Italia non esiste ancora – ha esordito Monaco – una normativa di riferimento specifica per le terapie digitali (DTx). Apprezziamo pertanto l’obiettivo delle proposte di legge C. 1208 Loizzo e C. 2095 Quartini di voler disciplinare le terapie digitali così come già avvenuto in altri paesi, attribuendo alle stesse un ruolo all’interno del Servizio sanitario nazionale”.
Da un punto di vista regolatorio, le terapie digitali DTx, essendo tecnicamente dei software (MDSW), sono inquadrate come Dispositivi Medici e sono quindi soggette alle norme previste dal Regolamento UE per i dispositivi medici 2017/745 (Medical Devices Regulation, “MDR”), entrato in vigore a maggio 2021.
“Questa impostazione – ha sottolineato Monaco – se da una parte consente di muoversi in un terreno legislativo predefinito (vedi il programma HTA per i dispositivi medici 2023-205) dall’altro aumenta il rischio di diseguaglianze territoriali. Infatti, applicando i percorsi previsti per i dispostivi medici, si rischiano disuguaglianze e frammentazione a livello regionale. È, invece, fondamentale poterne garantire l’adozione da parte di medici e pazienti nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale, con le relative garanzie di standard di qualità e equità che la definizione di politiche appropriate di accesso e rimborso potrebbe permettere”.
“È quindi necessaria – ha chiosato – la definizione di un iter di approvazione e di ammissione alla rimborsabilità delle terapie digitali a livello nazionale per garantire equità di accesso”.
Sempre con lo stesso obiettivo, la FNOMCeO ritiene “importante la previsione di entrambe le proposte di legge avente ad oggetto l’inserimento delle terapie digitali nei livelli essenziali di assistenza”.
Per quanto riguarda le modalità e i requisiti per l’erogazione e la prescrivibilità, e quelle per lo svolgimento degli studi clinici per l’approvazione delle terapie candidate all’inserimento nei Lea, che la proposta di legge Quartini demanda a un decreto attuativo del Ministero della Salute, “è importante prevedere che le evidenze scientifiche siano frutto di studi clinici randomizzati, che mettano a confronto la terapia in studio con quanto esiste, ad esempio un farmaco, o non esiste ancora, nel caso di terapie innovative. È altresì fondamentale prevedere un iter per validare terapie digitali in Italia che abbiano già superato il vaglio scientifico e normativo in altri Paesi (anche Europei), verificandone l’applicabilità. Per tali terapie è auspicabile la richiesta di studi clinici confirmatori anche in Italia”.
Con riferimento alla proposta di legge Loizzo, che istituisce un “Comitato di valutazione delle terapie digitali”, si chiede di valutare l’inserimento di un componente nominato dalla FNOMCeO.
In merito agli ambiti in cui possono trovare applicazione le terapie digitali, potrebbero essere ulteriormente estesi. È necessario che siano garantiti fondi ad hoc per sostenere la rimborsabilità delle terapie.
Fondamentale, a parere della FNOMCeO, la formazione.
“Questa Federazione – ha affermato Monaco – rileva la necessità di prevedere una formazione contestualizzata, in grado di offrire ai professionisti sanitari un approfondito quadro delle molteplici dimensioni che incidono significativamente sull’essenza delle terapie digitali, a partire dalle normative, alle modalità con le quali per le terapie digitali possono essere verificate la loro efficacia e la sicurezza, alle principali criticità correlate al loro utilizzo (dalla cybersecurity ai rapporti con le terapie farmacologiche, dall’etica all’accesso), alla metodologia per la validazione clinica, alle principali indicazioni terapeutiche per i prodotti fino ad ora esistenti, fino al ruolo dei pazienti nello sviluppo e nell’utilizzo di queste tecnologie, e al loro valore potenziale per i sistemi sanitari”.
“La formazione dei professionisti dovrebbe, quindi – ha proseguito – essere mirata non solo alla tecnica della digitalizzazione, ma anche alla conoscenza delle procedure appropriate per garantire qualità, sicurezza ed eticità del trattamento dei dati. Riteniamo imprescindibile informare i medici e tutto il personale in ambito sanitario e parallelamente formarlo attraverso corsi ECM. La FNOMCeO offre la propria disponibilità garantendo attraverso la propria piattaforma la formazione a circa 486.000 iscritti, tra medici e odontoiatri”.
“Possiamo pensare di creare – ha concluso Monaco – una generazione di nuovi medici più vicini allo sviluppo tecnologico e a una sanità digitale: fondamentale in questo senso è proprio il ruolo degli Ordini professionali”.
In allegato il testo depositato.
Un po’ di numeri
Secondo i risultati di una ricerca pubblicata nel luglio 2024 dall’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano, oltre all’intelligenza artificiale anche le terapie digitali (DTx), in un orizzonte di circa 5 anni, avranno un impatto rilevante per il 77% delle aziende dell’offerta e il 55% delle aziende sanitarie.
Il 65% dei pazienti sarebbe disposto ad utilizzare queste terapie se proposte dal medico, ma è fondamentale che rispondano alle singole esigenze specifiche (71%) e migliorino la relazione con il proprio medico (70%). Riguardo ai medici specialisti e di medicina generale (Mmg), circa la metà sarebbe disposta a prescrivere una DTx, soprattutto a fronte della certezza che il paziente possegga le competenze digitali per un corretto utilizzo (secondo il 72% dei medici specialisti e il 69% dei Mmg). Tra i principali benefici la possibilità di avere a disposizione un maggior numero di dati a supporto sia della ricerca clinica (68%) che per prendere decisioni (65%). Nel panorama internazionale a luglio 2024 erano 93 le terapie digitali già presenti: il 37% nell’area della psichiatria, il 14% nell’endocrinologia, il 10% nella reumatologia e il 10% nell’oncologia.
Ufficio Stampa FNOMCeO