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La sfida al mieloma multiplo, una forma aggressiva di tumore del sangue, approda in Sicilia dove sono circa 350 i nuovi casi diagnosticati ogni anno e almeno 4.000 pazienti convivono con la malattia. Grazie alla ricerca oggi la sopravvivenza è aumentata, la qualità di vita migliorata, ci sono molte armi in più per combatterla come la terapia di mantenimento dopo il trapianto di cellule staminali, che aiuta ad allontanare le ricadute. Fa leva sulla metafora della scherma l’invito rivolto da Mieloma Ti Sfido, campagna di sensibilizzazione promossa da AIL insieme a La Lampada di Aladino con il contributo non condizionante di Celgene, ora parte di Bristol-Myers Squibb e il coinvolgimento di due “paladini” d’eccezione: Aldo Montano, medaglia d’oro nella sciabola ai Giochi Olimpici di Atene 2004, ed Elisa Di Francisca, due ori nel fioretto alle Olimpiadi di Londra 2012 e argento alle Olimpiadi di Rio 2016.
Dopo varie città, approda a Catania con il patrocinio di Regione Siciliana e il Comune etneo, l’installazione itinerante “I Duellanti”, allestita fino al 29 ottobre in Piazza dell’Università, vuole veicolare il messaggio chiave, sintetizzato nell’hashtag ufficiale #iotisfido: per incoraggiare i pazienti a non cadere. «Il mieloma multiplo è un tumore del sangue molto aggressivo, anche se ancora poco conosciuto; ha un impatto importante sulla vita; spesso non è diagnosticato tempestivamente per il carattere aspecifico dei suoi sintomi – spiega Sergio Amadori, presidente nazionale AIL – bisogna aumentare in generale la conoscenza di questo tumore e iniziative di questo tipo hanno un valore aggiunto in tempi di COVID-19”. Si tratta del secondo tumore del sangue per diffusione dopo i linfomi non-Hodgkin; l’età media è 70 anni ed è caratterizzato dall’alternanza tra periodi di remissione, ottenuti grazie all’efficacia delle attuali terapie, e comparsa di recidive: in Italia ogni anno circa 6.000 nuovi casi. È incoraggiante l’aumento della sopravvivenza dei pazienti dovuto a diagnosi più precoci e alla disponibilità di numerose opzioni terapeutiche; l’iter che porta all’accertamento resta ancora piuttosto complesso e si avvale di esame clinico, analisi ematochimiche, citogenetiche sulle plasmacellule e indagini strumentali.
«Sta diventando una patologia sempre più importante non tanto per l’incidenza quanto per la prevalenza. In passato la sopravvivenza dei pazienti era limitata. Oggi fortunatamente vivono più a lungo e quindi complessivamente il numero di persone che convivono con la malattia è in aumento – spiega Francesco Di Raimondo, direttore Divisione Clinicizzata di Ematologia, del Policlinico catanese – solo nel nostro Centro seguiamo circa 100 pazienti all’anno con un impegno clinico e scientifico importante per la struttura. Di recente si è iniziato a lavorare per costruire un Registro siciliano, oltre ad aver creato un network regionale sul mieloma, abbiamo di recente consegnato alla letteratura internazionale i dati di tutti i Centri ematologici siciliani riguardanti una specifica terapia utilizzata in pazienti in ricaduta di malattia».
Negli ultimi anni la gestione è decisamente cambiata, non tanto relativamente al trapianto di cellule staminali autologhe, procedura ben consolidata da decenni e considerata terapia di scelta per i pazienti in età e condizioni ottimali, quanto piuttosto per la disponibilità e i risultati delle terapie che precedono e seguono il trapianto: «Le Linee guida nazionali sono ben definite come prima linea, cioè terapia di esordio del mieloma. La scelta risulta un po’ più difficile e vuole ancora di più la collaborazione del paziente alla prima ricaduta – spiega Concetta Conticello, Dirigente Medico I Livello, Divisione Clinicizzata di Ematologia del Policlinico catanese – il futuro ci riserva tantissime opportunità, farmaci nuovi, evoluzione di farmaci già in uso».